Nessuna delle tredici vittime della strage di Stresa avrebbe mai pensato che quella domenica di primavera si sarebbe trasformata in tragedia. Gli ultimi messaggi e le storie delle persone coinvolte.
Ieri si è consumata una vera e propria strage a Stresa sul lago Maggiore. Una tranquilla e soleggiata domenica che sapeva tanto di ritorno alla normalità, si è trasformata in un un incubo. Secondo le prime ricostruzioni, a causare la tragedia è stato il cedimento di un cavo della funivia, facendo precipitare la cabina con a bordo quindici persone.
Tredici persone sono morte sul colpo, tra cui un bambino di 2 anni. Mentre un altro, di 9 anni, dopo aver lottato per lungo tempo tra la vita e la morte, è deceduto all’ospedale Regina Margherita di Torino dopo aver riportato gravissime lesioni. Nello stesso istituto sanitario del capoluogo piemontese è ricoverato l’unico superstite della strage di Stresa.
Eitan ha 5 anni e nella tragedia ha perso entrambi i genitori, il fratello ed il bisnonno. Prima di essere trasportato in ospedale, il bambino ha detto ai soccorritori: “Lasciatemi stare, ho paura”. Le sue condizioni sembrano stabili. E’ in prognosi riservata con un trauma cranico e molteplici lesioni sul corpo.
Le stori delle vittime della strage di Stresa
Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, dopo lo schianto della funivia, hanno trovato la bambina semi-vuota. Infatti, all’interno c’erano solamente cinque persone, tutte morte. Tra questi c’era il più giovane: Tom di 2 anni.
Gli altri sono stati sbalzati con forza fuori dall’abitacolo, a causa della violenza dell’impatto con il suolo. Alcuni di loro, addirittura, si sono ritrovati a 30/40 metri di distanza dalla cabina. Intorno al mezzo, si sono sparsi tutti gli oggetti personalissimi delle vittime: occhiali da sole, borse, smartphone, scarpe, abiti, zaini, ecc.
Tra le vittime della strage di Stresa c’era la dottoressa della guardia medica Roberta Pistolato che, il giorno del suo quarantesimo compleanno, aveva deciso di salire in funivia per festeggiare la sua giornata con suo marito, Angelo Vito Gasparro, guardia giurata di 45 anni. La donna, poco prima dello schianto, aveva mandato un messaggio alla sorella: “Stiamo salendo in funivia”, aveva comunicato.
Tra le altre storie toccanti di questa tragedia, c’è quella della 27enne calabrese Serena Cosentino, laureata in Scienza naturali e specializzata in Monitoraggio e riqualificazione ambientale. Dopo aver vinto una borsa di studio del Cnr, aveva lasciato Roma per trasferirsi in Verbania per studiare la presenza di microplastiche nel Lago Maggiore.
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La ragazza, che aveva compiuto gli anni il 4 maggio ed era risultata negativa dopo una positività al covid, aveva deciso di festeggiare quella giornata con il fidanzato Mohammed Reza Shahisavandi du 30 anni. Il ragazzo, iraniano, studiava a Roma e si pagava gli studi con dei lavorando in un bar della Capitale.