Scoperta misteriosa nel Mediterraneo: c’è un mostro di 30 metri

Una scoperta senza precedenti nelle profondità marine del mediterraneo. Lo scheletro appartiene davvero ad un drago o dinosauro marino?

Scoperta - Drago Marino (AdobeStock)
Scoperta – Drago Marino (AdobeStock)

Un ritrovamento inaspettato e inestimabile, che qualcuno già saluta come sensazionale. Non si tratta di un tesoro o di un reperto archeologico: la scoperta fatta per caso da un sub, a 830 metri di profondità è da vero paleontologo marino.

Siamo nel Mediterraneo, quindi non troppo lontani dalle nostre coste. La squadra di subacquei, ben attrezzata, si è imbattuta nei resti scheletrici di una creatura marina lunga 30 metri. L’origine e l’identificazione della creatura non è ancora noto, ma le dimensioni fanno pensare ad un antica specie di drago marino, un dinosauro scomparso milioni di anni fa.

La scoperta sensazionale della creatura senza specie

La portata della scoperta è ancora però dibattuta. Sono in corso analisi e studi per identificare la specie dello scheletro. Le dimensioni dello scheletro, sono imponenti, non sovrapponibili a nessun altro animale marino.

Secondo il ricercatore subacqueo responsabile del ritrovamento le ossa potrebbero essere molto antiche per la presenza «molte anfore di argilla sporgere dal fango che erano lì potenzialmente da 1000 anni». Ci sono già alcune ipotesi: forse si tratta dei resti di un Tylosaurus, una specie conosciuta di dinosauro sepolto sotto il fondo del mare. Per gli appassionati di occulto, si tratta di un drago marino vero e proprio, una creatura magica presente in molti miti e leggende.

Ma dovranno essere condotte altre ricerche, ben più approfondite e che richiederanno tempi lunghi, per poter dare un’identità certa alla creatura.

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I ritrovamenti di creature marine misteriose non devono sorprendere comunque. Secondo il National Ocean Service addirittura il 95% degli oceani non è ancora stato esplorato dall’uomo. Gli insondati abissi marini riserveranno ancora molte sorprese nei prossimi decenni, forse ancora più sconvolgenti di quelle riservate dall’esplorazione spaziale.

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