A quanto pare la Feps avrebbe intentato una causa civile contro l’ex Premier Massimo D’Alema chiedendo la restituzione di 500mila euro.
Siamo nel giugno del 2010 quando Massimo D’Alema viene eletto presidente della Feps, la Fondazione degli studi progressisti. Questa carica verrà ricoperta sino al 2013 senza percepire alcuno stipendio. Anche dopo aver dismesso tale ruolo resta comunque all’interno della fondazione sino al 2017, quando dopo frizioni con Renzi va via.
Secondo quanto riportato da La Repubblica però D’Alema avrebbe siglato un contratto da 120mila euro l’anno insieme al tedesco Ernst Stettern dal 2013 al 2017. La Feps ha la propria sede legale in Belgio ed è registrata come associazione senza scopo di lucro. Con l’arrivo dell’ungherese Andor al posto di Stettern però sarebbe stato scoperchiato il vaso di Pandora rivelando questo fantomatico contratto.
D’Alema si difende: Le mie prestazioni valgono di più
La Feps scoperta la cosa ha richiesto a D’Alema la restituzione di una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 500mila euro. L’ex Premier da par suo si è difeso affermando che le proprie prestazioni intellettuali prestate alla fondazione avrebbero un valore di gran lunga superiore.
Inoltre D’Alema ha anche dichiarato di aver ceduto gratuitamente i diritti di un proprio libro alla Feps. In un primo momento la notizia doveva restare sottotraccia, ma lo scorso 30 marzo, dopo un incontro dell’Assemblea della fondazione si è deciso di agire. Con 23 voti a favore e 2 astenuti è stato espressa la volontà da parte della Fondazione di agire legalmente presso il tribunale civile di Bruxelles contro l’ex Premier italiano.
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Da parte sua D’Alema crede nella regolarità delle proprie azioni e si auspica che la cosa possa concludersi per il meglio. Il politico italiano ritiene questa causa civile una sorta di “vendetta politica”. Staremo a vedere nelle prossime settimane.