Un peschereccio di Mazara del Vallo è stato oggetto di una rappresaglia nell’est del Mediterraneo. L’oltraggio alla nave avrà conseguenze?
La tranquilla e routinaria traversata in mare del peschereccio Michele Giacalone, alla ricerca di gamberi rossi a largo delle acque cipriote, si è trasformata in un vero e proprio assalto ingiustificato.
Secondo l’armatore, l’imbarcazione è stata bersagliata da pietre lanciate da almeno 10 piccole imbarcazioni. La nave battente bandiera italiana è stata anche circondata e speronata.
Se il nome del peschereccio non vi torna nuovo, è perché era stato protagonista di un altro episodio di violenza in mare lo scorso 3 maggio, con un tentativo di abbordaggio da parte libica. Tuttavia, finora non si era verificato nulla di simile.
Chi sono i responsabili?
Aggressione alla nave italiana, è scontro internazionale
La principale indiziata, secondo le testimonianze di tutto l’equipaggio e del capitano, è la Turchia.
Le dieci navi turche avrebbero prima manifestamente annunciato il loro arrivo e poi proseguito con le intimidazioni. La nave italiana sarebbe prima stata costretta a riavvolgere le reti di pesca e poi ad allontanarsi, sommersa dal lancio di pietre.
Salpato regolarmente da Mazzara del Vallo, il peschereccio non avrebbe commesso nessuna infrazione e nessun sforamento dei confini in acque territoriali controverse (relative, per esempio, alla questione Cipro del Nord).
L’aggressione in mare aperto potrebbe avere conseguenze molto serie nelle relazioni tra Italia e Turchia, già deterioratesi da tempo. L’episodio potrebbe essere “una risposta” da parte di nazionalisti turchi alle affermazioni di Mario Draghi del mese scorso, quando il nostro Presidente del Consiglio definì il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan “un dittatore”.
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Ma è davvero presto per fare ipotesi di questo tipo. Ma è difficile si tratti di un banale incidente o di un disguido. L’evento oltraggioso avrà sicuramente conseguenze internazionali e si inserisce nel contesto di un confronto UE-Turchia sempre più aspro.
