Uno dei match chiave per la promozione in Serie A avrebbe innescato un’efferata aggressione a Salerno, tra sgomento e riprovazione.
La trepidazione è alle stelle per il possibile ritorno nella massima serie del Cavalluccio Marino dopo 22 anni. Gli animi degli sportivi locali e dei tifosi più ferventi sono infiammati, è comprensibile.
Ma in nessun modo può essere giustificabile o sminuito quanto accaduto oggi a Salerno.
Vittime di minacce, intimidazioni e di un’aggressione brutale, la famiglia dell’allenatore del Pescara Calcio hanno deciso di abbandonare la città. Tanto lo sgomento e la riprovazione.
Salernitana-Pescara, aggressione anti-sportiva
Vittima dell’ennesimo sopruso, arrivato dopo svariate chiamate minatorie e insulti, la figlia appena 18enne di Gianluca Grassadonia, allenatore del Pescara che vive con la famiglia a Salerno.
La giovane è stata bersaglio di un’aggressione in piena regola mentre rientrava a casa. Alcuni tifosi esagitati della Salernitana l’hanno prima spintonata e poi colpita con svariati calci, secondo le ricostruzioni.
A dare la notizia è stata Annabella Castagna, moglie del CT del Pescara, madre della ragazza. Sfinita ed esausta, la donna ha parlato di insostenibile escalation di violenza. La sua famiglia riceve minacce e insulti di ogni tipo da cinque giorni. E ora, con questo ultimo atto, la misura è colma.
«Tutto questo [è avvenuto] per una partita di calcio. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno mostrato solidarietà, ma mi sembra chiaro che ora più che mai la nostra vita continuerà lontano da Salerno», ha chiosato la donna. É scattata la denuncia. Le indagini per identificare i vili aggressori proseguono alacremente.
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Una brutta pagina anti-sportiva, seppur fuori dal campo, che potrebbe macchiare la promozione in A dei salernitani, il cui ultimo ostacolo per la promozione è rappresentato proprio dal Pescara di Grassadonia. Non un bel modo di arrivare al fatidico match di lunedì sera.
