I dati Istat portano una consapevolezza diversa che forse stona un po’ dall’idea generale creata attorno al Coronavirus.
A poco più di un anno dallo scoppio del Coronavirus si è sempre letto che i soggetti a maggior rischio fossero gli anziani. In fin dei conti è così, anche se alcuni dati potrebbero davvero stupire.
Recentemente, l’Istat ha divulgato dei dati con i numeri di decessi di gennaio e febbraio 2021. Si sono verificati 126.735 decessi. La particolarità è che all’interno delle singolo fasce di età, la mortalità che è arrivata per gli anziani è di un numero inferiore rispetto ad anni come il 2018 e il 2019. Anni che, come ben sappiamo, sono stati senza pandemia. Sono stati anni in cui i decessi sono arrivati soprattutto nel periodo invernale. Con un +6 del 2018 rispetto alla media degli anni 2013-2017.
I dati per decessi da coronavirus che vanno analizzati
L’ambito più importante da valutare è relativo alla capacità di analizzare l’età specifica di una persona deceduta. L’analizzare questo, e non la mortalità generale, regala un quadro molto più chiaro.
Dai dati avuti dall’Istat e dalla valutazione per fasce di età si sono avuti dati sorprendenti. Dati che portano ad avere la reale percezione sull’intensità della mortalità. Si è visto come la prima parte del 2021 abbia portato a meno decessi rispetto al 2018. In tutte e 22 fasce considerate solo in tre, 65-69, 70-74 e 75-79, si sono verificati numeri di decessi rispetto alla popolazione residente a inizio anno un po’ superiore rispetto ai tre precedenti.
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Alla fine, secondo questi dati, la mortalità specifica avvenuta nel 2021 è inferiore a quella seguita nel 2018 e 2019. Nel bimestre analizzato, ad esempio, i decessi degli over ottanta è stata inferiore agli altri due anni senza Coronavirus. Davanti a tali dati allora alcune domande sorgono spontanee su alcune misure attuate dal governo. Dati che lasciano un po’ sorpresi perché si potrebbe, quasi, dire che non ci sia più una emergenza così imponente dal punto di vista sanitario.
