L’omicidio Vannini torna a far parlare di sé. Finalmente infatti è arrivata la sentenza della Cassazione sulla famiglia Ciontoli.
Finalmente è arrivata la sentenza dell’omicidio Vannini. Il 19enne di Cerveteri fu ucciso tra il 17 e il 18 maggio del 2015 mentre si trovava a casa della fidanzata a Ladispoli. Rabbia da parte dei genitori della vittima nei confronti della famiglia della fidanzata del loro figlio scomparso.
I fatti sono tristemente ormai noti a tutta Italia. La sera del 17 maggio 2015 Marco Vannini si trova a casa della fidanzata per una cena. A quel punto il padre della ragazza, Antonio Ciontoli, gli mostra due pistole e parte un colpo che lo ferisce in un punto apparentemente non vitale. Chiama l’ambulanza solo 20 minuti dopo l’accaduto e al telefono inventa menzogne per non mettersi in cattiva luce.
La terribile telefonata dell’omicidio Vannini
Durante la telefonata al 118, infatti, Antonio Ciontoli riferisce che Marco Vannini è caduto nella vasca bucandosi con un pettine. In sottofondo però si sentono le urla di dolore del ragazzo che ha un polmone perforato. La corsa in ospedale è vana e il giovane muore 110 minuti dopo il colpo subito.
I tecnici hanno isolato la telefonata dove si sente il povero Marco urlante: “Ti prego basta mi fa male, Marti portamelo”. Proprio questo dettaglio ha definitivamente incriminato la famiglia Ciontoli. In primo grado il padre è stato condannato a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale. La moglie e le due figlie, compresa la fidanzata di Vannini sono state invece condannate a 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario anomalo.
La sentenza definitiva
La Cassazione ha confermato le condanne a 14 anni per Antonio Ciontoli, e a 9 anni e 4 mesi per la moglie Maria Pezzillo e i figli Martina e Federico. Terminato l’ultimo grado con la decisione della Cassazione, la pena per la famiglia diventa definitiva. Confermata dunque la sentenza d’appello bis, del 30 settembre scorso. Per la cronaca, alla lettura della sentenza parenti e amici dei Vannini, fuori dall’aula hanno applaudito la sentenza con urla di gioia. “Sono contento che finalmente sia stata fatta giustizia per Marco – ha detto il padre di Marco Vannini, Valerio – Gli avevamo promesso un mazzo di fiori se fosse stata fatta giustizia e domani è la prima cosa che farò”. “Ci siamo battuti per 6 anni, la paura c’è sempre ma ci abbiamo creduto fino alla fine. Ora giustizia è fatta”, ha aggiunto la madre di Marco, Marina.