L’ISS evidenzia una situazione ancora una situazione epidemiologica segnata da luci e ombre. Possibili nuove chiusure causa Covid?
Il report che monitora la situazione epidemiologica italiana, condotta da Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute, ha illustrato i dati relativi alla settimana 19-25 aprile.
Ancora luci e ombre per il nostro paese, che in buona parte ha allentato le strette per contenere i contagi per lasciar respirare le categorie economiche più colpite.
Si prospettano davvero scenari con nuovi lockdown regionali e nuove chiusure?
I dati: la marcia del Covid rallenta, ma non si arresta
Partiamo con le buone notizie: per ora, l’RT di nessuna Regione è nella fascia di rischio alto.
Il rischio moderato riguarda infatti la maggior parte delle entità regionali del nostro paese: Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Dieci regioni possono invece beneficiare di un rischio basso. Sono: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Molise, Provincia di Trento, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta.
L’RT, l’indice che rivela quante persone possono essere contagiate da una sola persona in media e in un certo periodo, è sopra l’1 in tre regioni: Basilicata, Campania e Sicilia. Queste saranno le principali candidate a poter passare, eventualmente in zona arancione.
Scende ancora, ma rimane critica la percentuale di occupazione delle terapie intensive sopra la soglia critica di sostenibilità (ancora 8 regioni, dalle 12 della settimana scorsa).
«Si conferma la lenta discesa dei nuovi casi e del numero di pazienti ricoverati. Ma il quadro complessivo resta ancora ad un livello molto impegnativo» è il parere degli esperti. A preoccupare, è soprattutto la diffusione di variabili a trasmissibilità notevolmente maggiore, che potrebbero immediatamente inficiare i progressi fatti con la campagna vaccinale.
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Per evitare nuove chiusure, bisogna dunque resistere: rispettare le norme igienico-sanitarie, indossare le protezioni così come avere ogni precauzione di buon senso è ancora imperativo. La responsabilità individuale è responsabilità collettiva.