Un patrigno ha costretto la figlia adottiva a prostituirsi. Come se non bastasse, ha addotto una motivazione a dir poco sconcertante.
Nulla può giustificare una violenza inimmaginabile come l’obbligo alla prostituzione per una bambina di 12 anni. A maggior ragione, lo sconcerto è maggiore se questa vessazione arriva dai genitori della piccola.
Ma in questo caso si sono raggiunti livelli ancora più profondi di orrore, qualora fosse possibile.
Stiamo parlando del caso di violenza domestica che ha sconvolto Schweinfurt, in Baviera. E che è culminato con una sconcertante e raccapricciante dichiarazione.
Il padrigno orco e i suoi complici
«Avevo bisogno di soldi per comprarmi le sigarette», si sarebbe giustificato così Thomas S, il patrigno orco, che avrebbe costretto la figlia a vendersi sessualmente, con il consenso della madre biologica della bambina, Brigitte K.
Segnalato alle autorità per avere tentato di vendere la figlia ad alcuni camionisti presso un autogrill della zona, è stato fermato e arrestato dalla polizia. Per l’orrenda umiliazione e l’atroce sofferenza della figliastra avrebbe chiesto non più di 5 euro, il prezzo delle sigarette Wilson.
L’elettricista 49enne era intenzionato a filmare con il cellulare i rapporti intimi che sarebbero intercorsi tra la bambina e i potenziali clienti nella sua Audi. Non si sarebbe trattato di un caso isolato, e la storia avrebbe poco a che vedere con la nicotina: secondo i magistrati tedeschi, la preadolescente avrebbe subito le prime violenze all’età di 9 anni.
La bimba era costretta ad assistere ai coiti tra i genitori, a posare nuda per alcune foto, e poi ad essere venduta al miglior offerente, probabilmente ben 72 uomini. Sono purtroppo auto-evidenti i reperti video e non rinvenuti durante le indagini. Il processo definitivo è previsto per il 14 maggio, quando cercherà di trovare la sua voce proprio la giovane vittima.
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La condanna per prostituzione minorile e violenza sessuale sarà verosimilmente molto dura. Ma sarà molto difficile ovviare ai traumi psicologici irreversibili subiti dalla piccola, adesso affidata alle cure di un orfanotrofio che dovrà fare l’impossibile. Darle una nuova vita.