La mozione di sfiducia presentata da FdI al Senato contro Speranza non è passata. I risultati fanno comunque discutere la politica.
Il Ministro della Salute Roberto Speranza è da mesi al centro della scena politica, e nello specifico delle polemiche delle opposizioni circa la gestione della pandemia Covid19. Dalla nascita del governo Draghi, è diventato difficile distinguere il fuoco nemico dal fuoco amico.
Ad essere visibilmente in difficoltà, è soprattutto la Lega di Matteo Salvini, tra i critici più feroci e virulenti dell’operato del ministro.
I nodi sono venuti oggi al pettine in Senato, dove sono state presentate tre mozioni di sfiducia. Rispettivamente firmate dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, dal senatore Gianluigi Paragone di Italexit e dal senatore Mattia Crucioli di Alternativa C’è.
Le votazioni si sono appena concluse. I risultati non hanno sopito la polemica politica all’interno e all’esterno del perimetro della maggioranza.
Salvare Speranza per salvare il governo
Chiamato alla difesa in Senato, Speranza ha subito chiarificato la posta in gioco nelle sue dichiarazioni: ha bollato la presentazione delle mozioni come strumento spregiudicato per fare politica sull’epidemia sfruttando un linguaggio d’odio che sfrutta l’angoscia degli italiani per interessi di parte. «Il nemico è il virus».
Ha sgombrato il campo dalle recriminazioni, ma ha soprattutto accusato indirettamente la Lega, anch’essa parte del governo Draghi, di prestarsi al logoramento politico dell’esecutivo. In caso di appoggio della mozione o di astensione, Salvini sarebbe inevitabilmente uscito dal perimetro della maggioranza.
Le parole del Ministro e la serrata di scudi degli altri partiti della maggioranza, hanno sortito i loro effetti: la Lega e Forza Italia hanno annunciato in tarda mattinata di essere intenzionati a votare contro la sfiducia. I risultati parlano chiaro.
Al Senato, i si alla sfiducia di Fratelli d’Italia sono stati 29, mentre i contrari sono stati 221. Solo 2 gli astenuti.
Se Speranza tira un sospiro di sollievo, per il leader della Lega il travaglio politico non è finito. É ora bersaglio delle critiche degli alleati di coalizione FdI, che ne contestano il contraddittorio equilibrismo “di lotta e di governo”.
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Salvini ha cercato di sbrogliare la matassa chiedendo una commissione d’inchiesta sull’operato di Speranza. Le tensioni interne al governo, al campo dell’opposizione e all’intersezione tra queste compagini promette ancora scintille.