C’è qualcosa di strano nello spazio, gli scienziati non se lo spiegano

Gli scienziati da tempo avrebbero rilevato un fenomeno molto strano nello spazio. Al momento non c’è ancora una spiegazione a tutto questo.

Buco nero nello spazio - immagine di repertorio (Getty Images)
Buco nero nello spazio – immagine di repertorio (Getty Images)

Siamo soli nell’universo? È la domanda che da tempo attanaglia gli scienziati. Purtroppo la nostra tecnologia attuale non ci permette di spingerci oltre. Le probabilità però ci dicono che è alquanto possibile la presenza di altri esseri dotati di intelligenza pari e anche superiore alla nostra. Intanto però la scienza non si ferma e continua a progredire nella speranza di trovare sempre maggiori risposte.

Intanto però c’è una cosa che ha messo un po’ tutti in allarme. Nella Via Lattea, infatti, c’è qualcosa che spara dei raggi che hanno un’energia incredibile. Gli scienziati che hanno analizzato i dati si sono ritrovati davanti a dei numeri mai visti. Nessun acceleratore di particelle sarebbe oggi in grado di riprodurre quella energia.

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Una potenza incredibile si propaga nello spazio

I raggi rilevati sono composti da protoni e altri detriti atomici. Questi, quando si trovano ad interagire con altri gas interstellari, provocano reazioni di tipo nucleare. La nota rivista di fisica Physical Review Letters ha pubblicato in tal senso uno studio davvero molto interessante, che ci fa capire la portata del fenomeno.

Gli scienziati hanno riferito che l’energia dei raggi si aggirerebbe tra 100 TeV e 1 PeV. Ora giusto per capirci, l’acceleratore di particelle più potente del mondo. Il Large Hadron Collider del CERN di Ginevra riesce ad emettere raggi solo pari a 6,5 TeV. Insomma parliamo di numeri pazzeschi non replicabili dalla nostra tecnologia attuale.

La scienza però ha già avanzato alcune ipotesi. A quanto pare si tratterebbe di eventi catastrofici come l’esplosione di una stella avvenuta molto lontano da noi. Il luogo di origine di tale raggi potrebbe essere la Nebulosa del granchio, ma per ora gli studiosi predicano ancora prudenza.

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