Tra Italia e Turchia i rapporti sono decisamente tesi dopo le dichiarazioni al veleno di ieri di Draghi nei confronti di Erdogan.
Chi si aspettava un Mario Draghi dimesso nel campo della politica estera sarà sicuramente rimasto molto deluso. Il Premier, infatti, pur parlando molto poco sembra non avere la minima remora nel lanciare i fendenti giusti. Alcune dichiarazioni fatte ieri durante la conferenza stampa però non sono piaciute per niente ad Erdogan.
Il presidente della Turchia, infatti, è stato definito da Draghi, senza mezzi termini, un dittatore. Una parola che spesso viene affiancata al nome di Erdogan, ma che difficilmente abbiamo sentito pronunciata da altri capi di stato. La Turchia intanto si è già fatta sentire attraverso un tweet del ministro degli esteri turco, Cavusoglu.
Atanmış İtalya Başbakanı Draghi’nin kabul edilemez popülist söylemini ve seçimle göreve gelmiş Cumhurbaşkanımız hakkındaki çirkin ve hadsiz ifadelerini kuvvetle kınıyor, kendisine iade ediyoruz.
— Mevlüt Çavuşoğlu (@MevlutCavusoglu) April 8, 2021
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Draghi difende la Von der Leyen e attacca
Anche il nostro ambasciatore in Turchia è già stato convocato per delle spiegazioni. Oggetto della discordia tra Draghi ed Erdogan è naturalmente il famoso caso Von der Leyen. Il presidente turco, infatti, durante un incontro con i leader dell’UE ad Ankara ha lasciato la presidente della Commissione Europea senza sedia costringendola a sedersi sul divano. Il fatto è già stato ribattezzato dai media come il Sofagate.
La cosa non è piaciuta per niente a Mario Draghi che ha prima preso le distanze dal comportamento di Erdogan e poi gli ha lanciato un clamoroso fendente: “Con questi dittatori di cui si ha bisogno per collaborare, bisogna comunque mostrare le diverse vedute che abbiamo”. Nonostante un finale nel quale il Premier si è detto pronto a cooperare per il bene del proprio Paese con la Turchia, ad Istanbul la parola “dittatore” non è andata per niente giù a nessuno.