Ponte Morandi, arriva la bomba: “I Benetton si sono presi 200 milioni”

A distanza di 2 anni non si placano le polemiche per quanto accaduto al Ponte Morandi. Ora vengono fuori delle sconcertanti intercettazioni.

Ponte Morandi (Getty Images)
Ponte San Giorgio (Getty Images)

Il 14 agosto del 2018 qualcosa è cambiato per sempre a Genova. Il crollo del Ponte Morandi ha trascinato con sé 43 anime. La ferita aperta sul volto della città però ancora non si è rimarginata e intanto si indaga per capire le responsabilità di quanto accaduto. Dal febbraio 2019 sono cominciati i lavori per la definitiva demolizione del viadotto.

Il 3 agosto 2020, ad appena 2 anni dal crollo, è stato inaugurato il nuovo ponte San Giorgio. Costruito su un progetto di Renzo Piano. A livello politico però continua ad imperversare la polemica contro i Benetton, che detengono le concessioni grazie ad Autostrade per l’Italia.

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Non si placano le polemiche sul Ponte Morandi

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Dopo il crollo del Ponte Morandi sono state avviate varie inchieste. In particolare, sono state depositate alcune intercettazioni telefoniche alla Procura di Genova davvero particolari. La Guardia di Finanza ha registrato alcune conversazioni tra Gianni Mion e Boffa. Sottolineiamo che entrambi non sono indagati.

Le intercettazioni però sono state depositate e serviranno a capire meglio alcune situazioni. L’azienda in quel momento deteneva la responsabilità del ponte. Panorama ha pubblicato alcuni stralci di queste intercettazioni davvero interessanti. In particolare Ermanno Boffa, consigliere d’amministrazione di Atlantia e marito di Sabrina Benetton afferma in una delle telefonate: “C’è un problema di credibilità compromessa che non è più recuperabile. Per salvare Atlantia dovremmo uscire da Aspi”.

Durante un’altra telefonata con Mion, invece, sempre Boffa sottolinea di quanto sarebbe devastante se venisse fuori che i Benetton si sono divisi 200 milioni di euro poco dopo il crollo del Ponte Morandi. Durante le telefonate poi ci sono anche diverse battute nei confronti del Movimento 5 Stelle, che da sempre ha spinto affinché venissero revocate le concessioni ai Benetton.

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