Scontro tra sindaci e Regione: no al ritorno a scuola

La scuola è pronta ad essere riaperta in Italia, ma è sconto con i sindaci che stanno preparando dei provvedimenti per bloccare il tutto.

Scuola - immagine di repertorio (Google Images)
Scuola – immagine di repertorio (Google Images)

Ci risiamo, un nuovo cortocircuito legislativo è pronto a cogliere l’Italia intera. Questa volta a finire nell’occhio del ciclone è la scuola. Come sappiamo, da quando il covid ci ha colpito le classi sono sempre rimaste chiuse, con brevissime intermittenze. Il Governo Draghi ha più volte dichiarato attraverso i suoi esponenti di voler riportare i ragazzi tra i banchi.

In Italia però oltre lo stato abbiamo anche altre istituzioni come le regioni e soprattutto i comuni che hanno poteri che tra loro si accavallano. In questi giorni quindi sono nati già i primi provvedimenti che entreranno in contrasto tra di loro, lanciando i cittadini nella confusione più totale.

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La scuola riapre nel Lazio, ma per alcuni comuni no

In particolare la situazione si sta complicando nel Lazio. Nei giorni scorsi Zingaretti ha ordinato la riapertura degli asili e delle scuole elementari e medie per i giorni 30 e 31 marzo, prima delle ferie di Pasqua. Alcuni sindaci però hanno subito diramato delle ordinanze che vanno in netto contrasto con quella del presidente della loro regione.

Cicchetti, sindaco di Rieti, ha comunicato che a breve firmerà un’ordinanza in contrasto con quella di Zingaretti. Secondo il primo cittadino, sarebbe inutile esporre i bambini al contagio in questo periodo per soli due giorni di scuola. Dello stesso avviso anche il collega di Frosinone, Ottaviani, che in una nota è stato molto duro.

Il primo cittadino ciociaro, infatti, ha rimarcato quanto sia pericoloso riaprire le scuole in questo momento in cui il virus sta raggiungendo picchi assurdi nel nostro paese. Il sindaco ha addirittura sconsigliato i genitori di rimandare in classe i propri bambini. Stesso approccio anche a Santa Marinella e a Terracina con i sindaci che spingono ancora una volta per la Dad. Resta da capire quale sarà l’atteggiamento della Raggi in tal senso. Per il momento la capitale sembra seguire le disposizioni regionali.

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