Vincite per centinaia di migliaia di euro e nessuna dichiarazione. Per di più, l’uomo, percepiva il reddito di cittadinanza.
Vincite per centinaia di migliaia di euro, da giochi on line, lotterie e quant’altro ma mai una dichiarazione in merito. Mai un documento che attestasse le reali condizioni economiche di un 37enne di Cecina, in provincia di Livorno. Vincite intascate nell’arco di tre anni, nello stesso periodo di tempo, in parte di esso, l’uomo però, avrebbe, anzi, ha intascato anche parecchie rate del sussidio statale elargito in base al reddito, alla mancanza di lavoro ecc. Il reddito di cittadinanza insomma. A questo punto, però, la guardia di finanza, andrà fino in fondo.
Vincite per un ammontare di quasi 650mila euro, una parte di casa ereditata venduta per circa 25mila euro e mai una dichiarazione in merito, mai qualcosa che dicesse la verità circa la reale posizione economica dell’uomo. Niente di niente, al punto di fare richiesta del reddito di cittadinanza ed addirittura vedersi accolta la richiesta, perchè del resto, siano onesti, controlli preliminari non ce ne sono, quindi in teoria, qualsiasi nullatenente, vero o presunto tale, potrebbe fare richiesta.
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600 mila euro di vincite ma ha il reddito di cittadinanza: troppi i precedenti
L’uomo, a questo punto, andrà in contro ad un procedimento più che severo da parte della stessa guardia di finanza, con restituzione certa delle somme indebitamente incassate, certo, parliamo di niente rispetto alle reali possibilità economiche, accertate del 37enne. casi in Italia di furbetti, chiamiamoli cosi, che chiedono di percepire il reddito di cittadinanza presentando false dichiarazioni, oppure in ogni caso, mantenendo posizioni reddituali in nero e poi chiedendo il sussidio.
Gli ultimi mesi sono stati un susseguirsi di casi, vicende, storie e storielle con protagonisti assoluti i furbetti del reddito. Si va dal libero professionista al trafficante di droga, dal contrabbandiere di sigarette all’artigiano. Tutti accomunati dalla volontà di fregare lo Stato facendosi assegnare cifre mensili che nemmeno gli spetterebbero, per il gusto di farlo, non di certo per concreto ed impellente bisogno di denaro.