Intervenuto sulla questione ancora il virologo insiste sulla necessità di effettuare per un periodo un lockdown nazionale.
La strategia del virologo Crisanti è molto semplice: circoscrivere tutti i possibili contatti che potrebbero portare ad un a aumento dei contagi.
Questa sarebbe la soluzione ideale a detta sua: “Con questo tipo di virus avremmo dovuto, e forse siamo ancora in tempo, cambiare strategia e andare verso una strategia che ha l’obiettivo di ridurre al minimo i contatti”.
Ad un anno esatto dalla scoperta del Paziente 1 di Codogno, Crisanti ricorda gli errori che sono stati commessi, in particolare sottovalutando l’emergenza che sarebbe arrivata poco dopo.
Lo sguardo è sempre al passato, con un contenimento del virus che sarebbe possibile solo con un lockdown generale per un periodo di tempo.
Crisanti insiste sul lockdown nazionale e sul seguire l’esempio di altre nazioni
L’esempio più nitido da seguire secondo il virologo è quello dell’Australia, che è entrata in difficoltà dopo di noi, ma che neanche due settimane fa ha visto i contagi giornalieri a solamente 5 persone, avendone messe in lockdown circa 1 milione.
Crisanti contrasta anche il sistema dei colori e delle zone, che secondo lui non sarebbe appropriato per la ripresa nazionale:
“Per quanto riguarda il sistema delle zone gialle e rosse, non è ottimale. Non dico che non funzioni ma non è ottimale perché purtroppo ha il difetto di non essere tempestivo. Cioè si basa su parametri che sono abbastanza complessi da reperire, di fatto uno dei dati base è quello dell’Rt ma per calcolarlo ci si basa su dati della settimana precedente”.
È d’accordo inoltre con il pensiero del collega Ricciardi, il quale aveva anch’egli espresso la sua preoccupazione per l’aumento dei contagi e delle terapie intensive in molte regioni d’Italia e valutato l’ipotesi di un nuovo lockdown totale da attuare al più presto.