Tanto tuonò che alla fine piovve: nasce la nuova cosa di sinistra. Sembra che Giuseppe Conte avrà il suo partito, a lui il compito di mantenere anche i consensi.
Lo avevano detto, e così hanno serrato i ranghi. In attesa del discorso alla Camera di questa mattina con cui il Presidente Mario Draghi chiederà la fiducia, Partito democratico, Leu e movimento cinque stelle hanno costituito un nuovo intergruppo parlamentare. Il progetto che era nelle intenzioni di Zingaretti ormai è quasi compiuto. Roma sarà il prossimo banco di prova.
La notizia arriva con una nota congiunta dei capigruppo al Senato di M5s, Ettore Licheri, del Pd, Andrea Marcucci, e di Leu, Loredana De Petris. “Alla vigilia del voto di fiducia al nuovo governo Draghi, abbiamo deciso, sollecitati da senatrici e senatori dei tre gruppi parlamentari, di intraprendere un’iniziativa comune: la costituzione di un intergruppo parlamentare che, a partire dall’esperienza positiva del Governo Conte II, promuova iniziative comuni sulle grandi sfide del Paese, dalla emergenza sanitaria, economica e sociale fino alla transizione ecologica ed alla innovazione digitale. Con questo spirito, da domani, saremo insieme per rilanciare e ricostruire il nostro Paese”.
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E’ dunque nato il partito che sosterrà Giuseppe Conte nella corsa a Palazzo Chigi. I partiti “impiccati” al o Conte o morte non hanno tradito il messaggio. E così mentre l’avvocato del popolo dice di essere tornato a Firenze, e Rocco Casalino danza nei salotti televisivi, in Parlamento si prepara una nuova cosa di sinistra.
“L’iniziativa annunciata dai Capigruppo in Senato di M5S-Pd-Leu di costituire un intergruppo parlamentare per promuovere iniziative che rilancino l’esperienza positiva di governo che si è appena conclusa è giusta e opportuna” commenta l’ex premier. Ora bisognerà attendere le future mosse: se Conte dovesse tentare la scalata interna al Movimento, sarebbe difficile per il Partito Democratico chiudere gli accordi sul leader degli alleati come frontman. Sarebbe più opportuno che venisse scelto dalle fila esterne. Ma che ne sarà del consenso del Presidente del Consiglio uscente se dovesse rimanere fuori dai giochi per dei mesi? Le prospettive sono tante, è certo che se si dovesse accettare di cedere la leadership al movimento cinque stelle, ai dem potrebbe andare bene anche riempire le posizioni di potere del nuovo soggetto politico.
L’impressione è infatti che nelle fila del Pd non ci siano le condizioni per convergere su un nome. Ecco dunque che sarebbero quasi più sereni se il comandante fosse quel Giuseppe Conte così amato in questi mesi. A quel punto il Pd potrebbe imporsi sui pentastellati e prendere tutte le seconde cariche di partito, così da imporre il proprio sistema organizzativo ai caotici grillini. In questo modo andrebbero tutelate le tante e diverse anime di un partito con tanti volti.
Nasce la nuova cosa di sinistra, al via l’operazione del Partito di Conte. Oggi alla camera la fiducia
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