Il governo inforca alla prima porta, e così l’esecutivo dei miglior è già nella neve a bordo pista.
Salvini ci ha messo poco a dare ragione agli scettici, è bastata l’inversione di rotta del Ministro della Salute Speranza che il governo si è impantanato nella prima bagarre. Prima il via libera alle riaperture, poi lo stop. Preavviso, esattamente come fatto fino ad oggi, con 24 ore di anticipo.
Le parole di Ricciardi sul tema erano state tuonanti. “Lockdown generalizzato, è l’unica soluzione” aveva detto il Consigliere del Ministro. Il resto è una storia già vista. Chiusura con sole 24 ore di anticipo, e commercianti al palo.
Insomma gli inpianti dovevano riaprire oggi, e invece rimarranno chiusi fino al 5 marzo.
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Giorno uno, e il governo già inforca: fermata la libera dell’esecutivo Draghi. Sotto accusa Speranza
La decisione di chiudere tutto, di nuovo, con meno di venti quattro ore di anticipo ha fatto sobbalzare tutti dalle sedie. E contariamente a quanto sarebbe lecito aspettarsi, non solo i leghisti hanno attaccato. Il primo a lamentarsi di questa decisione è stato il Presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini. Ampiamente risentito dell’instabilità a cui le regioni sono state sottoposte in questi mesi. Poi l’attacco leghista, Salvini chiede un cambio nello staff del Ministero al di là del Ministro. Mentre Garavaglia, leghista nominato al turismo scrive su facebook. “La montagna, finora dimenticata, merita rispetto e attenzione: che risposte si danno e in che tempi al documento predisposto dalle regioni? Non è solo questione di cifre: non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di più, a maggior ragione se ci sono altri stop. È prima di tutto una questione di rispetto per un sistema delicato che tanto contribuisce al benessere del Paese”.
Anche Ettore Rosato non si fa sfuggire l’occasione di punzecchiare i reduci del Conte II. Scrive il presidente di IV, “Siamo certi che questa cosa di comunicare con 24 ore di anticipo che, smentendo tutto quanto detto finora, gli impianti sciistici domani non possono riaprire sia una coda della caotica gestione del governo precedente e che lo stile sarà da domani molto diverso. Intanto un impegno serio di tutti noi non può che essere la rapida definizione del ristoro dei danni ad un settore che altrimenti rischia il fallimento”.