L’uomo è stato ritrovato privo di vita in casa sua, forse il troppo stress, un malore improvviso lo ha ucciso.
Yassine Rimani sognava di lavorare in Italia, la sua famiglia, sua moglie e sua figlia, erano in Marocco. Da li proveniva anche lui, 27 anni, per cercare lavoro, la sua posizione di era regolarizzata grazie ad una sanatoria e per lui la strada sembrava essere in discesa. Ma il cuore di Yassine si è fermato, di notte, forse un malore. Lo hanno ritrovato senza vita in casa. La sua assenza aveva insospettito un amico e convivente. Non aveva più sue notizie, il ritorno a casa, e l’immagine dell’amico, morto, ancora a letto.
Qualche giorno prima il ragazzo era stato fermato a Mestre per un controllo, da li la convocazione in Questura, dove il ragazzo è recato nei giorni scorsi, accompagnato dal mediatore culturale Brahim Azakay presidente dell’associazione culturale berbera marocchina Assais, piccolo imprenditore nel ramo delle pulizie. Tra i suoi documenti c’era una lacuna e bisognava iniziare il processo di regolarizzazione, correggendo ogni errore.
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“L’ho accompagnato in Questura – ha raccontato Azakay – per aiutarlo con i documenti. La moglie e la figlia sono in Marocco e lui voleva lavorare qui in Italia. Terminato in Questura, si è trasferito in un alloggio a Terranegra insieme a un altro connazionale per trascorrere la notte”.
“Credo sia morto durante la notte – spiega ancora – forse era un po’ stressato. Non so cosa possa essergli accaduto. Adesso lasciamo che la polizia faccia il suo lavoro, per capire la causa della morte di questo giovane papà marocchino. Credo che abbiano anche disposto l’autopsia. Ho avvisato della morte del 27enne – ha terminato Azakay – il console del Marocco. Speriamo si faccia piena luce”.