Giuliana moglie Peppino Di Capri chi era? Il cantante lo racconterà nella puntata di Oggi è un altro giorno in onda su Rai Uno questo pomeriggio.
Torna Serena Bortone con una nuova puntata di Oggi è un altro giorno, in onda come sempre su Rai Uno nel pomeriggio con grande successo. Nella giornata di oggi la conduttrice e giornalista farà una lunga intervista al cantante napoletano.
Tra successi e canzoni indimenticabili, siamo certi che l’artista parlerà anche della moglie Giuliana Gagliardi scomparsa alcuni anni fa a seguito di una lunga malattia. Conosciamola meglio.
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Giuliana Gagliardi chi era la moglie di Peppino Di Capri
Nome: Giuliana Gagliardi Faiella
Data di morte: 4 Luglio 2019
Età: 69 anni
Il 4 Luglio 2019 all’età di sessantanove anni è deceduta la moglie del grande artista napoletano, la morte è avvenuta a seguito del cancro che le era stato diagnosticato l’anno precedente. I funerali per la donna che è stata accanto al cantante per quarantuno anni si sono svolti la mattina del 5 Luglio con poche persone.
Chi sono i figli del cantante e di Giuliana?
La donna non aveva figli, al funerale però sono stati presenti i tre figli maschi del cantante napoletano: Igor, Edoardo e Dario.
Peppino Di Capri: “ho assistito da lontano ai funerale di mia moglie”
Il cantante dopo la morte della moglie ammise di non aver partecipato ai funerali, preferendo rimanere a distanza e guardarla da lontano: “L’ho guardata dalla curva che porta a casa. Già quando morì mia madre non andai. Volevo ricordarla viva, bellissima quando cantava a squarciagola e puliva la casa. Erano canzoni napoletane, una più bella d’altra. Mi tornarono in mente quando dal ’58 incisi i primi dischi e le spumeggiai, le rifeci rock“.
Quale è stata la malattia che ha portato alla morte Giuliana?
La moglie del cantante napoletano aveva un tumore che le era stato diagnostica un anno prima della morte, di quel periodo Peppino Di Capri ammise: “Alti e bassi di speranza. Ti dicono: a Milano c’è un medico, in America ce n’è uno più bravo. Ti dicono “è operabile” e poi non è più operabile. Poi: non c’è niente da fare. Ma a Roma dicono: non è vero. Ed è un’altra trafila, un altro barlume. Invece, “no, portatela a casa”. Passano due mesi, tre. E solo quando non c’è più, senti la mancanza profonda”.