La maggioranza ampia mina la stabilità dell’esecutivo Draghi, dal Quirinale fanno sapere che non sarà un governo ad orologeria.
Non si può già preparare il funerale dell’esecutivo Draghi, non è ancora nato. Ma sotto il giubilo della maggioranza ampia si nasconde il rischio di una maggioranza ad orologeria. La minaccia di elezioni in Italia è sempre dietro l’angolo, derogando ad uno dei sacri principi di della carta costituzionale: le Camere si rinnovano ogni cinque anni.
E su questo presupposto è venuto al mondo l’esecutivo illuminato, quello di Mario Draghi. Oggi l’Italia con gioca secondo le sue regole del gioco. Ed ecco allora che si torna alla maggioranza composita, non una maggioranza politica.
LEGGI ANCHE >>> Ci sarà il liberi tutti il prossimo 15 febbraio? Intanto Draghi prepara la squadra
LEGGI ANCHE >>> La politica di Draghi, quali le priorità del futuro Premier
Si parla di maggioranza ampia: già scricchiola il nuovo esecutivo. Quali i ruoli del nuovo governo?
Ora bisogna però costruire la squadra. E qui il tema della maggioranza composita emerge. Se entrano i leader, dunque Salvini, Zingaretti, Renzi, Di Maio (o Conte, da decifrare le posizioni) e Tajani, il governo potrebbe scadere da un momento all’altro. E’ da qui l’importanza di avere una maggioranza ampia e in grado di reggere l’urto: è determinante che il governo non si pieghi mai ai vezzi delle vanaglorie politiche. M5S e Lega per una seconda volta nello stesso esecutivo, nonostante gli attriti del passato, potranno permettere al governo di fare leva sulle posizioni espresse fino a questo momento. Mai come oggi, a dire il vero, decisamente cangianti.
Dalla discussione sui nomi, al momento se ne tirano tutti fuori. Meno stabile potrebbe essere un governo di pontieri, Giorgetti, Orlando, Rosato, Patuanelli e Carfagna, questi i possibili nomi. Se dovessero essere queste le scelte, i partiti poco ci metterebbero a sottrarre il proprio nome al dibattito e a gettare il governo in nuovo baratro.
L’auspicio è che per due anni lo strategismo vada in vacanza, e faccia da protagonista l’interesse per la cosa pubblica. Troppo spesso dimenticato.