Continua il lento mutamento della Lega, è il momento della svolta europeista. Prima era Lega Nord, poi è diventata solo Lega. Le novità all’orizzonte non finiscono.
Dopo il medioevo verde, quello dei decreti sicurezza e dei porti chiusi, sembra che la Lega, bontà sua, sia inciampata nella svolta europeista che in tanti gli chiedevano. Un partito di governo del XXI secolo non può esimersi dalla partecipazione al progetto europeo, tanto più se parliamo dell’Italia.
Questo lo sa bene Giorgetti, l’uomo che ha guidato la transizione di Salvini fino ad approdare al porto sicuro di Mario Draghi. La Lega, come tutti i partiti, risponde però alle logiche europee. Ed anche i membri del carroccio hanno dovuto rispondere alle accuse dei partner a Bruxelles.
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La svolta europeista e la rottura con gli alleati a Bruxelles: una nuova Lega, Zanni rompe con Afd
Le notizie che arrivano da Bruxelles vorrebbero Marco Zanni, capogruppo della delegazione leghista al Parlamento Europeo, scontrarsi duramente con i suoi alleati di Afd, il partito nazionalista tedesco.
“Questo non è il momento delle polemiche, ma di lavorare per il bene dell’Italia e degli italiani. Se qualcuno all’estero critica il professor Draghi per aver difeso l’economia, il lavoro e la pace sociale europea – quindi anche italiana – e non solo gli interessi tedeschi, questa per noi non sarebbe un’accusa, ma un titolo di merito”. Così Zanni aveva tirato la volata a Salvini negli scorsi giorni, sostenendo a pieno la scelta di far parte dell’esecutivo di Mario Draghi. Questo ha scatenato un duro battibecco a Bruxelles fra il leghista e leader dei sovranisti europei e il vice tedesco di Afd Joerg Meuthen. Non è impossibile, a questo punto, che Salvini sposti i suoi verso il Ppe, rispondendo a quella richiesta di destra moderata che arriva dagli elettori del cdx.