Tutti gli volevano bene, tutto lo stimavano. Il lavoro da conducente di ambulanza era tutta la sua vita. E’morto cosi.
L’ambulanza, tutta la sua vita, e lui, Cesare Achilli, 56 anni, è morto proprio cosi, in servizio presso il 118, come autista, nel corso di una chiamata presso Tarquinia. Avevano caricato in ambulanza la persona che aveva richiesto il pronto soccorso, dopo aver chiuso il portellone del mezzo di soccorso, l’uomo si accingeva a rimettersi alla guida per portare il paziente al vicino ospedale. Ma in quel momento un fitta, un dolore forte, e la morte sul colpo. Un infarto lo ha stroncato. Inutile ogni soccorso prestato sul posto, Cesare se n’è andato cosi.
Sul luogo, sono arrivati anche i carabinieri per tutti gli accertamenti e le indagini del caso, trattandosi di morte sul lavoro. Una notizia che oltre ad aver sconvolto l’azienda per la quale lavorava Cesare ha creato grande commozione in quei luoghi dove l’uomo viveva e lavorare. Era molto conosciuto, tutti gli volevano bene e lo stimavano per la sua dedizione sul lavoro e per il suo buon cuore. Una morte che ha segnato centinaia di persone che non riescono a crede che tutto ciò sia successo davvero.
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Un malore mentre faceva il suo lavoro: il cordoglio della sua comunità cittadina
Ancora una morte sul lavoro, in questo caso naturale, dovuta ad una tragica fatalità, il suo cuore no ha retto, troppo forte il colpo. Il destino non ha dato scampo al povero Cesare. In paese lo conoscevano tutti, impegnato in più attività, tutti gli volevano bene e tutti gli renderanno omaggio, nei limiti consentiti dalle misure anti covid, nella chiesa della sua zona, dove la funzione religiosa sarà l’occasione per salutarlo un’ultima volta.