13 aggredita da sette coetanei: il video del pestaggio sui social

Ennesimo caso di violenza tra ragazzi, ennesima premeditata aggressione, ennesimo caso di condivisione della violenza sui social.

Violenza sessuale
Violenza (Facebook)

L’avevano presa di mira, non era la prima volta che la 13enne veniva aggredita o insultata dal branco. In passato una ragazza, di poco più grande di lei l’aveva picchiata, ma quella volta la famiglia non denunciò l’accaduto, immaginando potesse trattarsi di tensioni tra ragazzi. Ma stavolta è stato diverso, ed anche stavolta, la ragazza della prima aggressione era presente. Un attacco premeditato, organizzato al fine di immortalarlo con un video, no può esserci altra risposta.

La giovane, studentessa delle scuole medie, si è vista accerchiata da 7 ragazzi, suoi coetanei. Poi la violenza spietata, senza alcuna logica, folle. La ripresa di quanto accaduto ed un video di quasi quattro minuti condiviso attraverso gruppi Whatsapp e Instagram. La giovane 13enne è finita in ospedale, sette giorni di prognosi. Ora non esce più di casa, se non accompagnata dai suoi familiari e non vuole più tornare a scuola, troppa è la paura.

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13 aggredita da sette coetanei: lo sfogo del padre della vittima

Non ha parole il padre della vittima, troppa la violenza, troppa la rabbia di questi giovani. Non guarderà il video, ha dichiarato, perchè non sopporterebbe l’idea di vedere sua figlia in balia di cosi tanti ragazzi assetati di violenza, qualcosa che non ha senso, che non segue una reale logica, una vera e propria piaga. I ragazzi, tutti denunciati dopo essere stati identificati attraverso i video condivisi, non sembrava temessero qualcosa mentre tiravano fuori i loro istinti violenti.

“Non è la prima volta – dichiara il padre della ragazza – a dicembre è stata picchiata dalla stessa ragazza. In quell’occasione però non abbiamo sporto denuncia. I filmati dell’aggressione sono stati condivisi in una chat di gruppo, postati insieme a insulti di ogni tipo. Qualcuno, su WhatsApp, ha chiesto a tutti i membri di mandare altre immagini. E lei ora si vergogna – conclude –  quando dovrebbero essere loro a vergognarsi“.

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