Ecco il 2020: 365 giorni di politica. L’anno della politica italiana e mondiale non è stato certamente semplice
Il Covid non ha certo aiutato i mal di pancia che sono da sempre caratterizzanti della nostra politica. Tornando indietro di un anno, quello che fa sorridere ma non ridere, è che la situazione non era molto diversa. E anche quell’esecutivo, all’epoca nato da qualche mese era pronto a cadere. Anche quella volta per colpa di Matteo Renzi. E, cosa più affascinante di tutte, è che il tema di cui si discuteva era proprio la giustizia. La politica del ministro Bonafede. Pensare che il Premier è salito al colle per evitare il voto sulla relazione del guardasigilli, fa capire che un anno dopo non è cambiato nulla.
Poi il Covid, e la stagione della politica si è interrotta. L’emergenza sanitaria ha dipinto scenari imprevedibili che mai nessuno avrebbe potuto immaginare. Il Governo si è stretto, a coorte come recita l’inno. Prima di una nuova rottura. Quella arrivata a dicembre del 2020, in occasione dei lavori mai avviati sul Recovery.
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Questi sono i numeri dell’ultima Supermedia di Lorenzo Pregliasco sul suo Youtrend creata per l’Agi. Il calo più ingente all’epoca lo aveva registrato il Movimento 5 Stelle, che perdeva lo 0,7 punti rispetto alle settimane precedenti attestandosi attorno al 15%. A crescere più marcatamente, in quella fase, rispetto ai numeri del 16 gennaio 2020, era Fratelli d’Italia (+0,6%), che avrebbe avuto l’11,3%. La distanza tra le due forze sarebbe dunque passata dal 5% della metà di gennaio al 3,7% di fine mese. Possiamo dire un anno dopo che la crescita di Giorgia Meloni non si è maio arrestata.
Gli altri partiti principali registravano variazioni minime o nulle: Lega (30,7%) e Forza Italia (6,5%) diminuivano di un decimo punto rispetto alla metà del mese, mentre il Partito Democratico (19,5%) segnava una crescita dello 0,2% e Italia Viva e Azione proponevano numeri inversi rispetto a quelli di oggi, rispettivamente, al 4,4% Matteo Renzi e i suoi, mentre al 2,3% c’era Carlo Calenda con la neonata Azione. Oggi i due partiti si sono scambiati le posizioni, con una modifica che di fatto non cambia le carte in tavola: hanno bisogno di una alleanza credibile per valere qualcosa al prossimo giro elettorale.
La Sinistra, i Verdi e +Europa, infine, erano sotto quota 3%, così come oggi.
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