Il direttore di Confindustria Firenze sbatte il cellulare in faccia alla segretaria

A Firenze una discussione si è trasformata in uno scontro sul lavoro: motivo, la richiesta di Smart Working.

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Smart Working, Fonte foto: Pixabay

E’ successo qualcosa che ha avuto dell’incredibile. Nonostante la magistratura sia ancora impegnata nelle fase preliminari dell’inchiesta, i fatti accertati sembrerebbero individuare il Direttore di Confindustria Firenze, Leonardo Bandinelli, come aggressore della sua segretaria.

Una storia di rabbia e stress. Che rimane ingiustificabile, sia beninteso. Lo scorso 26 novembre la donna avrebbe chiesto al suo datore di lavoro di poter usufruire dello smart working. La donna è da 32 anni al servizio dell’azienda, nel ruolo di prestigio di segretaria di presidenza e di direzione in Confindustria Firenze.

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Smart working, idiotic reaction: fari puntati sul direttore di Confindustria Firenze. La spiegazione dello scatto d’ira non basta

La richiesta della donna non è stata ben accolta dal coordinatore dell’associazione di categoria. E così, ecco il gesto. L’uomo preso da uno scatto d’ira durante la discussione ha lanciato due volte il suo smartphone verso la donna, evitandola la prima volta e centrandola la seconda.

Dopo due tentativi Bandinelli si sarebbe reso conto di aver commesso una sciocchezza. Così ha deciso di curare la donna, correndo prima in farmacia e poi in una clinica privata. Vista l’emergenza Coronavirus si è preferito evitare i prontosoccorso ordinari.

La donna è ora in malattia da due mesi. Perdura su di lei delle ferite al volto e alcuni problemi agli occhi, provocati dal lancio di smartphone. A coronare questa vicenda, ci sono le parole del Direttore di Confindustria. L’uomo avrebbe raccontato al suo superiore che la donna era in malattia dopo essere inciampata sul posto di lavoro.

A Corsera Bandinelli ha spiegato che si è trattata di una “circostanza del tutto accidentale e sfortunata”: “In realtà ho lanciato il telefono in uno scatto d’ira e sfortunatamente ho preso la collega. Non avevo alcun motivo di prendermela con la signora”. Al momento non ci sono indagati e sarà la magistratura a dover decidere se avviare le indagini.

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