Italia a picco, lo racconta il Senatore Paragone sul suo sito. I numeri della crisi fanno venire i brividi
Numeri che gelano. Lo racconta Gianluca Paragone sul suo blog personale: fallimenti in crescita del 9/10%, entro il 2022 circa 6500 procedure di fallimento in più a referto. Sono solo alcuni dei numeri che oggi rientrano nel bilancio della crisi sanitaria italiana.
Oltre alle chiusure per motivi sanitari, legittime, sul banco degli imputati ci sono anche i ritardi delle casse integrazioni e le tantissime misure assistenzialistiche mai alternate a provvedimenti di investimento.
Paragone nel suo articolo sottolinea anche la posizione di Lino Stoppani, presidente della Fipe Confcommercio. Stoppani sottolinea come non tocchi certo alle associazioni di categoria intervenire nella crisi di governo, ma al contempo è giusto che siano lì a sottolineare i gravi rischi, con scadenze importanti ed urgenti. “I pubblici esercizi e la ristorazione italiana sono in ginocchio – spiega il presidente della Fipe Confcommercio – ed i danni subiti mettono a repentaglio la tenuta economica dell’interno comparto”
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Italia a picco e imprese in ginocchio: i fallimenti aumentano, i numeri impietosi. Ecco le stime Fipe
A rischio, secondo la Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, 60mila attività, perdita che costerò al paese l’impiego per circa 300mila lavoratori.
Solo su Milano, spiega Paragone, si registrerà una perdita di fatturato che si attesta attorno al 70-80%. Per Confcommercio andranno in chiusura 300mila imprese, e molte di queste per il Covid. Si pensa a 240mila attività. In questo conteggio rientrano anche i 100-150mila professionisti che perderanno il lavoro e a 500-600 contratti a termine che non verranno rinnovati.
Anche i numeri di Federturismo sono allarmanti: il blocco della stagione sciistica vale 4,5 miliardi di danni, che si aggiungono a quelli già subiti dall’intero settore. Anche Marina Lalli, presidente Federtursimo ha ammonito che “Il tempo stringe” durante un incontro in Parlamento.
Paragone chiude il suo intervento con una stima di circa un milione di posti di lavoro perduti, ed altrettanti che potrebbero perdersi con lo sblocco dei licenziamenti di marzo.