Aveva riaperto il suo bar per avere la possibilità di pagare i debiti contratti per mantenere viva la sua attività.
Felice Tribbioli titolare del bar Fuera di Cuneo, aveva riaperto il suo locale per disperazione. Le banche chiedeva che rientrasse dal suo debito, e lui per evitare di essere segnalato e vedere quindi compromessa la sua posizione, soprattutto da imprenditore, ha deciso di riaprire, di fatto, contravvenendo all’ultimo dpcm che nella sua regione gli impediva la riapertura. Ha dato sostegno quindi alla protesta #ioapro ed ha alzato la saracinesca del suo locale.
Ma le cose non sono andate per il meglio per Felice, che in cinque giorni ha collezionato tre verbali, per l’ammontare di 2000 euro, oltre ad un decreto di chiusura per 30 giorni. Una riposta da parte dello Stato, che potrebbe, a questo punto, affossare definitivamente la sua attività commerciale. Ma per fortuna, i suoi clienti, quelli che rappresentano a tutti gli effetti l’anima del suo bar, hanno organizzato una colletta per sostenerlo in questa difficilissima situazione.
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Riapre il suo bar per pagare i debiti: la disperazione di una intera categoria
Non è questo di certo il primo caso che vede il titolare di una attività, che per le restrizioni relative all’emergenza covid, dovrebbe restare chiuso, riaprire esclusivamente per salvaguardare il prosieguo della propria attività commerciale. E non è nemmeno il primo caso in cui, i clienti del locale, partecipano spontaneamente al pagamento della multa ricevuta dal titolare, per sostenerlo e provare in qualche modo a consentirgli di mantenere in vita la propria attività.
La protesta, in questo caso, ha il solo fine di continuare a sopravvivere, di continuare ad avere un lavoro, di continuare a portare avanti una attività, un sogno, per il quale si è data la vita.