Cambio di colore per molte regioni, ma non tutte. Tira un sospiro di sollievo la Lombardia. Per i vaccini è ancora crisi
La strega mangia colori continua, ma questa volta in maniera più serena. Dalla prossima settimana potrebbero essere moltissime le regioni pronte a passare in zona gialla. La circolazione dell’epidemia si sta lentamente affievolendo, e il calo sembra potersi attestare attorno al 18%.
Ben 15 le regione che passeranno da gialle ad arancioni. Ferme ancora la solita Lombardia, poi ci sono Puglia, Umbria e Sardegna, che invece resteranno arancioni perché l’altra settimana avevano dati compatibili con quella zona.
Venerdì prossimo la Cabina di regia prenderà in considerazione la settimana che va dal 18 al 24 gennaio, con un calo dei positivi di circa il 18%. I numeri sono comunque in miglioramento ovunque, da nord a sud, come già si è visto la scorsa settimana, quando 3 Regioni e la Provincia di Bolzano mostravano dati da zona arancione, e adesso le misure potrebbero venire diminuite.
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Cambio di colore all’orizzonte: l’Italia vede in giallo. Intanto è caos sui vaccini
“Un taglio nelle consegne ingiustificato e inaccettabile. AstraZeneca faccia arrivare le dosi di vaccino dalle fabbriche del Regno Unito”. Volano gli stracci tra Bruxelles ed il colosso farmaceutico anglo-svedese AstraZeneca. In una nuova riunione con la responsabile Europa dell’azienda, Iskra Reic, Bruxelles è tornata ad insistere sul rispetto dei patti, ha chiesto che il contratto fosse reso pubblico, ed ha contestato le motivazioni dei ritardi, innescando nuove potenziali tensioni con Londra, a poco meno di un mese dalla Brexit. Ma Boris Johnson, alle prese con curve epidemiche Covid preoccupanti, è rimasto alla finestra, limitandosi a sottolineare: “siamo molto sicuri delle nostre forniture e dei nostri contratti”.
Sono i primi costi della Brexit. L’azienda produttrice ha infatti spiegato che non risulta esserci alcun vincolo numerico nel contratto sottoscritto, e dunque si lavora su quel che è possibile fare. Spiegando che con la Gran Bretagna, dove i produttori hanno sede, è stato promesso un trattamento differente in quanto primi contraenti.