il Bilancio dei (primi) due anni di Giuseppe Conte a Chigi: giallo verde, poi giallo rosso ed ora forse giallobianco.
Il Centro Democratico potrebbe trovare il suo posto nella storia. Giuseppe Conte aveva governato 15 mesi con Salvini e Di Maio, prima che il leader del carroccio provasse a fare il grande salto. La storia di Conte parte come nome di mediazione, lo ricordiamo per il primo anno e mezzo come il Premier che ha intercettato il consenso sovranista-populista. Poi, sempre Conte, è riuscito ad essere garanzia per diventare l’uomo della mediazione tra il Partito Democratico e il nuovo Movimento Cinque Stelle.
Conte, “l’avvocato del popolo”, come lui stesso si è definito è chiamato a far rispettare il “contratto” stipulato da Di Maio e Salvini. Il reddito di cittadinanza, Quota 100 con la ‘cancellazione’ della legge Fornero, la stretta sui migranti, la legittima difesa, le norme ‘spazzacorrotti’: sono alcuni dei passaggi chiave del governo giallo-verde.
Due mandati molto diversi, in cui è stata riconosciuta grande autorevolezza prima a Trump e poi a Biden. Questi anni di politica contiana lo hanno visto prima l’approvazione dei decreti sicurezza per poi vederli cancellati dallo stesso presidente.
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Il Conte Ter potrebbe essere il governo giallobianco: i due anni di questo esecutivo. Alti e bassi di Giuseppe Conte
I mesi pandemici hanno rilanciato l’immagine di questo esecutivo. La prima parte della crisi il Presidente l’ha gestita con una certa rettitudine che ha seguito punto per punto tutte le richieste del momento, partendo da un lockdown necessario fino all’ottenimento dei fondi del famoso Recovery found. Quello forse è diventato il punto di svolta, e il motivo di critica.
Dal momento in cui l’Italia ha avutola disponibilità di quei fondi, il clima è cambiato ed ognuno ha voluto dire la sua rispetto al come andassero investiti. Oggi, dopo la rottura di Iv, il governo dovrà ricostituirsi e rapidamente affrontare tutti i temi che alla pandemia, alla crisi politica ed economica sono legati. In bocca al lupo a tutti i protagonisti di questa storia.
Intanto dal Quirinale arrivano smentite in merito all’irritazione trapelata nelle scorse ore in merito al presunto ritardo del premier, attardatosi per registrare il suo video di commiato.