La Crisi vorrebbe Conte al Colle, il Premier dubita sulla nascita del suo terzo esecutivo: spaventato dal pilota M5S.
Il Conte ter al momento è più una suggestione che una possibilità. Il premier in queste settimane ha fatto di tutto per non rimetter il suo mandato, a partire dall’operazione Italia 2023 che lo avrebbe visto a capo di un nuovo partito. Poi ha provato a portare dalla sua il sostegno del Maie, Movimento associativo italiani all’estero. Fino a rivolgersi all’ex alleato di Emma Bonino, oggi tornato in solitaria, Bruno Tabacci. Nel mezzo la parentesi Mastella.
Tutta la vicenda legata ai responsabili, per intendersi. Strategia risultata goffa nei modi, vedi l’appello a Camera e Senato del premier che ha fruttato il sostegno di Renata Polverini a Montecitorio. Mentre dagli scranni del senato sono arrivati il sostegno dell’ex forzista Rossi accompagnata dai macchiettistici Nannicini e Ciampolillo, l’uomo che avrebbe curato la Xylella con il sapone.
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Ora il premier è all’angolo. A dire il vero lo è stato fin dall’inizio di questa crisi di governo, e nonostante tutti gli abbiano sconsigliato di andare avanti senza maggioranza lui ha voluto comunque preservare la sua posizione. Questa settimana la calendarizzazione dei lavori parlamentari prevede la discussione sulla relazione Bonafede e sul cashback, misura che porta la firma proprio del premier. Su entrambi i provvedimenti sarà bagarre in aula, e gli astenuti di Italia Viva della scorsa settimana saranno certamente dei no questa volta.
La relazione Bonafede, il cui operato non è mai piaciuto ai riformisti, potrebbe essere il primo vero simbolico esempio di cosa significhi avere un governo senza maggioranza. Entrambe le camere hanno votato quasi all’unanimità il decreto ristori, per tutto il resto i numeri non sono sufficienti.
Dovrebbe essere Luigi Di Maio a pilotare la crisi, per portare le forze di una immaginifica nuova maggioranza a scegliere per la terza volta l’avvocato del popolo. Dopo i giorni di fuoco, Renzi è sparito dai media. Il silenzio di questo weekend ha lasciato ai pontieri la possibilità di lavorare ma le condizioni sono molto complesse. E così il più antirenziano di tutti, il ministro del rapporto Stato-Regioni Francesco Boccia, ha aperto all’ex premier. Nonostante nei giorni precedenti sia Orlando che Conte avessero nitidamente rifiutato una nuova esperienza di governo che prevedesse Italia Viva.
Se l’ipotesi Conte tramontasse, sarebbe quasi scontata una maggioranza Ursula. Già proposta da Calenda, su cui Iv sarebbe d’accordo e che intercetterebbe una parte di M5S. Su questa ipotesi si potrebbe avere la collaborazione della frangia più europeista e riformista di Forza Italia, che vedrebbe gli azzurri tornare al centro delle cose di governo.
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