A Roma si fa la fila anche da morti: bare in lista di attesa

Troppi morti dicono a Roma, più dei previsti, e così si inceppa la macchina delle cremazioni. 1200 bare in lista di attesa.

A Roma si fa la fila per tutto: alle Poste, ai supermercati, nelle Asl e chi più ne ha più ne metta. Ma fare la fila anche da morti diventa grottesco. Il covid ha provocato più decessi del previsto e la macchina delle cremazioni è saltata. Salta tutto troppo in fretta nella Capitale. Ci sono circa 1200 salme in attesa di essere cremate. E di conseguenza le famiglie che aspettano una degna sepoltura per il loro caro.

Due depositi per circa 6 milioni di abitanti. Uno al cimitero Flaminio e uno al Verano: sono al completo, non c’è più posto per nessuno. Sembra che l’unica soluzione sia quella di dover portare le salme in un altro Comune. E a pagare saranno come sempre le famiglie.

E c’è una vergogna in più: se il funerale non si celebra il lunedì, il costo aumenta. Il 21 dicembre scorso, il Comune di Roma ha iniziato ad accettare un massimo di 200 nuove salme da cremare a settimana. Ma, fin dalla prima, il limite viene raggiunto in un solo giorno: il lunedì, appunto. Il resto della settimana le salme vanno al deposito.

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A Roma si fa la fila anche da morti: bare in lista di attesa vengono spostate fuori città?

Per fra fronte all’emergenza, quando possibile, si sceglie di aspettare uno o due giorni in più per celebrare il funerale di lunedì e sperare di arrivare tra i primi 200. Altrimenti si è costretti alla sepoltura al cimitero di Prima Porta, ma senza cremazione, oppure effettuare la cremazione in un altro comune. Con prezzi proibitivi: il decreto per il trasporto della salma costa circa 300 euro a cui si aggiungono i costi di andata e ritorno con l’urna, pari a circa un euro al km. Se si tratta di dover andare fuori regione i km possono essere anche 500. Fate un pò i conti.

La causa dell’attesa è incredibilmente provocata dall’aumento dei decessi: Ama fa sapere che, da ottobre a dicembre 2020, ci sono stati 3.200 morti in più rispetto allo stesso periodo del 2019, con un picco di 4.000 decessi solo a novembre. Nei primi 20 giorni del 2021 l’aumento è già di 502 morti. I servizi cimiteriali assicurano che le liste di attesa sono state ridotte del 40%. Forse a Roma non sanno che c’è un certo coronavirus?

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