Il politico che doveva salvare il Governo indagato con la mafia

Una maxi operazione contro la ndrangheta, coinvolta la politica ed altri settori paralleli, indagato il segretario nazionale Udc.

Lorenzo Cesa
Lorenzo Cesa (Facebook)

L’uomo che negli ultimi giorni, stando alle chiacchiere di palazzo, Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, indagato nel corso di una maxi operazione contro la ndrangheta. Un avviso di garanzia ricevuto, e la certezza di essere stato accostato ad affari illeciti che hanno mosso circa 300milioni di euro. I numeri dell’operazione sono imponenti, fanno spavento. L’operazione, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, denominata “Basso profilo”, vede impegnati duecento donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e centosettanta unità tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, unità cinofile ed un elicottero.

Lorenzo Cesa, dimettendosi all’istante da segretario nazionale del suo partito si è detto del tutto estraneo ai fatti. Si rende disponibile, però, ad essere ascoltato dalla Procura competente in merito ai fatti che secondo la notifica ricevuta, lo vedono coinvolto. La solidarietà e la vicinanza da parte dei massimi rappresentanti del suo partito è subito arrivata attraverso brevi dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa ed ai social network.

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“Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017 – ha dichiarato Lorenzo Cesa – mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato“.

L’operazione ha coinvolto numerosissimi colletti bianchi operanti nella zona di Catanzaro, persone note, professionisti stimati, tutti finiti sui taccuini degli investigatori calabresi e nazionali.

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