Il Governo supera di misura la prova del Senato, decisivi i voti di senatori fuoriusciti da altri schieramenti politici.
Giuseppe Conte, salva il suo Governo, per adesso. Ma la cosa non è tanto semplice come potrebbe apparire, certo a me no che l’ex avvocato no abbia nascosto da qualche parte un asso da calare al momento opportuno. 156 i voti favorevoli, i voti che di fatto fanno ottenere all’esecutivo una maggioranza relativa in Senato, quella assoluta sarebbe stata di 161. Chi ha fatto la differenza? Al netto di assenti, senatori a vita e quant’altro? Ovviamente i 16 senatori di Italia Viva, con in testa, Matteo Renzi.
Maria Rosari Rossi, ex badante, questo il nomignolo affettuoso trovatogli in Forza Italia, per la sua estrema vicinanza al grande capo Silvio Berlusconi ed Andrea Causin, anche lui azzurro hanno votato a sorpresa la fiducia a Giuseppe Conte, ottenendo, di fatto, la cacciata dal partito da parte del numero due Tajani. Lello Ciampolillo, ex cinque stelle, e Riccardo Nencini, socialista, del gruppo Italia Viva in Senato. Questi i principali artefici della momentanea affermazione di Giuseppe Conte, affermazione, relativa.
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Crisi di Governo, Conte salvato dai transfughi: la questione Nencini e Ciampolillo
Un accenno di caos negli istanti finali delle votazioni a causa dell’incomprensione circa la presenza o meno dei senatori Ciampolillo e Nencini. Questi, dichiaratisi all’ultimo minuto, dell’intenzione di voler offrire al Senato il proprio voto, sono stati protagonisti di una scenetta degna dei migliori palcoscenici, con i questori del Senato costretti a rivedere ai monitor l’orario del loro ingresso in aula, per considerare se esistevano o meno i presupposti per accedere al voto, che andava verso la chiusura. Alla fine, i due, hanno votato si, alla fiducia.