Il premier ancora una volta fa riferimenti chiari ed espliciti contro chi ha fatto in modo che questa crisi si concretizzasse.
Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, è intervenuto in Senato per chiedere la fiducia all’aula per il suo Governo. Non sono mancati, anche in questo caso, cosi come è stato per il suo intervento alla Camera riferimenti espliciti a chi ha fatto in modo che questa crisi divenisse concreta, attacchi mirati, senza citare però i diretti interessati. In questo caso, il diretto interessato, il rivale del momento, di questa crisi, l’altro Matteo, Renzi.
“Abbiamo già i primi risultati per quanto riguarda l’inversione del numero di immatricolati nelle università meridionali – ha dichiarato Conte nel corso del suo intervento – è un segnale importante, è salito del 6,7%, era sempre negativo. Abbiamo introdotto e portato a regime, fino al 2029, per la prima volta, la fiscalità di vantaggio per tutte le imprese che operano nel Mezzogiorno – continua – un taglio dei contributi previdenziali del 30% per i primi 5 (5, rpt) anni e poi a calare. Noi non siamo meridionalisti per vocazione intellettuale, se non corre il Mezzogiorno non corre l’Italia”.
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Crisi Governo, Conte in Senato: la sfida decisiva contro Matteo Renzi
“Le nostre energie dovrebbero essere tutte e sempre concentrate sulle risposte urgenti alla crisi che attanaglia il Paese – spiega il premier – mentre invece così, agli occhi di chi ci guarda, dei cittadini in particolare, appaiono dissipate in contrappunti polemici e spesso sterili, del tutto incomprensibili rispetto a chi ogni giorno si misura con la paura della malattia, con lo spettro dell’impoverimento, con il disagio sociale anche psicologico, con l’angoscia del futuro. Con questa crisi – conclude – come ho detto ieri alla Camera, la classe politica tutta rischia di perdere il contatto con la realtà. C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase?”.