In seguito all’ospitata di Maria De Filippi da Fabio Fazio a Che tempo che fa, molti politici sono insorti: è polemica sugli spazi riservati alla concorrenza
Sta diventando un caso politico l’ospitata di Maria De Filippi da Fabio Fazio a Che tempo che fa, avvenuta domenica 10 gennaio su Rai 3. Il conduttore ha intervistato il volto noto del Biscione, parlando del trionfo d’ascolti che ha sbaragliato la concorrenza – rappresentata da Carlo Conti con Affari Tuoi Viva gli Sposi – non prima di aver messo in scena una parodia di C’è Posta per te con l’ausilio di Luciana Litizzetto e Nino Frassica.
Una scelta, quella del multimilionario Rai, che non è stata affatto apprezzata da molti esponenti politici di diverse fazioni. La scorsa puntata ha così suscitato le dure reazioni della politica che si è domandata: qual è la linea editoriale Rai?
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Maria De Filippi da Fazio a Che tempo che fa suscitap: “Un pessimo precedente per il servizio pubblico”
Domenica 10 gennaio, Maria De Filippi, noto volto di Mediaset, si è raccontata a Fabio Fazio, su Rai 3, a Che tempo che fa. La sua ospitata non è andata giù ad alcuni politici come consigliere del Cda Rai in quota dipendenti Riccardo Laganà, che ha commentato: “Non gradisco e non comprendo la finalità di ciò che sta andando in onda su Rai3 a Che tempo che fa con elogio di illustre conduttrice Mediaset. Parodia e pubblicità di un noto programma concorrente del sabato sera che sottrae ascolti”.
Una scelta non condivisa nemmeno da Andrea Romano del Partito Democratico, nonché esponente della Commissione di Vigilanza Rai, il quale si domanda se sia nell’interesse del servizio pubblico dare ampio spazio ad un diretto concorrente: “Quello che è andato in onda da Fazio, con l’approvazione di Franco Di Mare, è un esempio di autolesionismo Rai e un pessimo precedente per chiunque abbia a cuore la valorizzazione delle risorse del servizio pubblico”.
Non è da meno il commento di Andrea Anzaldi di Italia Viva e Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, il quale punta il dito contro Fazio e la sua costosissima trasmissione che non rispetta la trasparenza sui compensi degli ospiti e non rispetta la Risoluzione contro i conflitti di interessi di autori e agenti. “La linea editoriale dell’azienda? Sprechi, privilegi, favoritismi con i soldi degli italiani”.
La Lega ha commentato il fatto con una nota firmata dai membri della Commissione vigilanza Rai nella quale si sostiene che la Rai dovrebbe puntare a rafforzare il servizio pubblico con programmi di qualità invece che trasmettere “fiabe gender e fare mega spot a Netflix su Sanpa e a Mediaset”.