Concordia: a nove anni dal naufragio restano i dubbi e le responsabilità

Nove anni fa la tragedia della nave Concordia, affondata davanti alle coste dell’Isola del Giglio. Oggi ancora tanti dubbi.

Nave Concordia
Nave Concordia (Facebook)

A nove anni dalla tragedia della nave Concordia, partita dal porto di Civitavecchia con direzione Savona, ed affondata dopo essersi scontrata con uno degli scogli nei pressi dell’Isola del Giglio, ancora troppi restano i lati oscuri legati all’intera vicenda. Più di 4mila passeggeri coinvolti, 32 morti e decine e decine di feriti, il bilancio della tragedia, che ha visto come unico imputato per omicidio colposo il comandante Francesco Schettino.

Il ricordo di quella notte è ancora vivo negli occhi dei sopravvissuti e di quelli che ne gestirono le operazioni di soccorso. Gli avvocati di Schettino, intanto, fanno sapere che verrà fatta richiesta di un nuovo processo, perchè il loro assistito ha certo delle colpe ma non tali da essere condannato per omicidio colposo. Schettino, attualmente in carcere, ancora oggi dice di essere stato una vittima di quanto accaduto, ma i pareri sono assai discordanti tra loro.

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Concordia: a nove anni dal naufragio restano i dubbi: le dichiarazioni dei protagonisti

Una delle più toccanti dichiarazioni è quella di Roberto Galli, comandante della polizia municipale del Giglio: “Un ricordo che rimarrà per sempre, nella mia testa e nel mio cuore. In quel dramma ho anche stretto amicizie importanti. Sono cose che ti restano dentro, ricordo le urla, il dolore. Il comandante – racconta di quando trovò Schettino sullo scoglio – quando lo vidi, non accettò la mia richiesta, il mio consiglio, di tornare a bordo della nave. Se lo avesse fatto, sicuramente sarebbe cambiata la sua posizione anche a livello processuale. Poteva e doveva dare una mano a chi stava combattendo per rimanere in vita e salvarsi. Ma in quel momento preferì rimanere lì, senza far nulla. Una scelta sua, che ha pagato, così come hanno pagato in tanti con la vita“.

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