Strano caso di aggressione a Padova, una famiglia ha divelto il portone del pronto soccorso
Ci sono dei momenti in cui l’educazione familiare conta moltissimo, soprattutto nel sapere gestire le reazioni. Ieri a Padova se n’è avuta la prova. Una famiglia composta di padre, madre e due figli, 19 e 17 anni, si sono recati al pronto soccorso perché uno dei due ragazzi non stava bene.
Fino a quel momento era un tranquillo pomeriggio al pronto soccorso di Padova, per quanto tranquillo possa dirsi un pomeriggio in un pronto soccorso durante il covid nella regione con l’Rt più alto d’Italia. Poi l’arrivo dell’allegra delegazione.
Stando a quanto si apprende sembra che il più piccolo dei figli fosse sotto l’effetto di sostanza alcoliche e che per questo avesse perso i sensi.
A quel punto i genitori del giovane avrebbero chiesto ai medici di visitarlo immediatamente senza aspettare il proprio turno. Dinanzi a una non risposta del personale medico avrebbero iniziato a prendere a spallate la porta scorrevole che conduce all’area verde del pronto soccorso finendo per sganciarla dai blocchi di sicurezza.
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Famiglia intemperante, giornataccia per il portone del pronto soccorso. L’aggressione sugli operatori sanitari va sconfitta
Repentino l’intervento delle forze dell’ordine. A quel punto il medico di turno ha preso in carica il 17enne che ha constato essere in preda ai fiumi dell’alcol. E così anche il resto della famiglia, compreso il padre, che con tono intimidatorio si è rivolto al personale medico. Tutti e quattro sono stati identificati e denunciati dalla polizia per interruzione di pubblico servizio.
Alle forze dell’ordine avrebbero spiegato di aver appreso del decesso di un loro parente poco prima e per questo di aver iniziato ad assumere bevande alcoliche.
Purtroppo è questo solo uno dei tantissimi attacchi che i medici del pronto soccorso sono costretti a subire ogni giorno. Il tema dell’aggressione sugli operatori sanitari di prima istanza è da sempre molto dibattuto, per via delle intemperanze troppo spesso ingiustificabili di pazienti convinti di essere unici nel mondo