Vota il Recovery e poi stacca, così Matteo Renzi dopo la nuova bozza di 170 pagine
Non servono a nulla le 170 pagine del Recovery, la crisi è ormai dietro l’angolo. E forse già da stasera potrebbero essere ritirate le ministre di Iv. Il governo ci ha provato in ogni modo, ma da Iv non ne vogliono sapere nulla. Giuseppe Conte deve salire al colle e rassegnare le sue dimissioni. Sono stati più che raddoppiati i fondi sulla sanità, la formazione della cabina di regia non è ancora stata sviscerata ma a nulla serve tutto questo. Per Matteo Renzi questo governo è finito, e lo si capisce anche dalle tante proposte rifiutate.
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Crisi di governo all’orizzonte, il Recovery non ricompatta la maggioranza. Renzi dice no agli esteri
Ormai la decisione è presa, Ossia staccare la spina al governo. Lo racconta Maria Teresa Mieli, retroscenista del Corriere della Sera. Secondo l’esperta degli ambienti di Iv la conta è l’ultima mossa e non è detto che, come inizialmente previsto, Renzi decida di metterla in atto veramente alla fine del consiglio dei ministri o se attenderà domani. «Se la giocherà al momento opportuno», scrive la Mieli in un virgolettato oggi pubblicato sul quotidiano. Cioè dopo aver visto le carte degli altri. Quelle di Giuseppe Conte, soprattutto. Ieri gli hanno riferito che il presidente del Consiglio va dicendo ai partner di governo che «tanto Renzi il Recovery deve votarlo per forza» e la cosa non gli ha fatto fare i salti di gioia. «Comunque questa settimana si chiude la partita», ha fatto sapere Renzi ai suoi per allertarli e prepararli alla battaglia che si aprirà subito dopo. Le pressioni sull’ex premier in queste ore sono molte: «Mi hanno offerto di fare il ministro degli Esteri», sorride il leader di Italia viva. E aggiunge: «Ma ovviamente gli ho detto di no, perché non mi interessano le poltrone, anche se non lo hanno capito. Di me, per la verità, non hanno compreso niente, pensano che poi mi tirerò indietro, però non è così».
Crisi di governo, il Recovery non ricompatta la maggioranza. Boschi e Rosato linea dura, nessun ministero per convincerli
A rifiutare poltrone però non solo l’ex Presidente del Consiglio. Sul tavolo ci sarebbe il ministero del Lavoro, offerto a Maria Elena Boschi, e quello degli Interni, offerto a Rosato se Lamorgese dovesse prendere la delega ai servizi segreti di Conte. Fanta politica dicono i renziani. E sebbene a Rosato potrebbe fare gola quella posizione, Boschi potendo non sceglierebbe di rilevare il dicastero del lavoro oggi. Con tanti licenziamenti a marzo, nessuno vuole il posto di Nunzia Catalfo che dovrebbe assumersi personalmente la responsabilità per la gestione assistenzialista del paese in questi mesi. L’ex Ministra delle riforme costituzionali avrebbe puntato i trasporti, tema che sarà centrale nell’Italia del recovery.