La situazione è strana, molto particolare, insolita si potrebbe dire. Da un lato la richiesta di normalità, dall’altra la realtà.
I giovani scendono in piazza, ancora una volta, sono studenti, per la maggior parte degli istituti superiori del paese. Vogliono tornare a scuola, in ogni caso. Tornare a quell’abitudine spesso rinnegata, a quella consuetudine spesso criticata ed odiata. Fremono perchè le scuole riaprano, e lo facciano in totale sicurezza. Hanno compreso, almeno cosi si può percepire, che la scuola è il motore di tutto, ed è giusto che la ripartenza, la speranza, nasca e cresca ancora tra quelle mura, spesso cadenti, spesso angoscianti, ma pur sempre luogo di vita.
Scendono in piazza i giovani e con loro in alcuni casi i genitori, dalle idee però più confuse, molti chiedono in fatti che la scuola richiuda, e che i loro figli tornino ad usufruire della tanto discussa didattica a distanza. Nel frattempo il Governo prepara l’ennesima stretta, e continua a tremare, come prima, forse più di prima, sotto le minacce di Matteo Renzi, ex premier, e leader di quel partito che è Italia Viva, dallo scarso peso politico, ma numericamente incredibilmente determinante per la vita di del Governo Conte.
Bollettino del 12 gennaio: tutti i numeri del contagio
I nuovi positivi sono 14.242 (con 141.641 tamponi effettuati), i morti secondo il dato odierno sono 616
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I ragazzi fremono per tornare a scuola: nella logica delle cose, si potrebbe richiudere
I ragazzi vogliono tornare a scuola, ma nella logica delle cose, nella stretta che il Governo potrebbe nuovamente attuare, potrebbe essere prevista anche la richiusura delle scuola. In questa fase si pensa all’impennata che potrebbe esserci tra qualche settimana, e tra le misure, potrebbe trovarsi anche qualcuna che impedirà, di nuovo, ai ragazzi di tornare in classe.