Continua la vergognosa macchina del fango personale del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio contro la compagine di Italia Viva, nel silenzio assoluto del governo sempre attento ai temi sociali.
Verrebbe da chiedersi se tutti i movimenti garantisti nei confronti della violenza di genere abbiano tessera di partito. Il sessismo passa dall’attacco fisico ma anche da quello mediatico. Perché il giornale del governo, Il Fatto Quotidiano, da mesi offende ben oltre le ragioni della politica, le due ministre renziane.
Il direttore Travaglio non è nuovo alla persecuzione giornalistica. Aveva costruito il suo nome negli anni di Berlusconi, e con la stessa formula ha oggi nel mirino Matteo Renzi. E i componenti del suo partito.
Da qualche settimana però l’ascia del giustizialismo tipica di un Davigo qualsiasi, riprodotta ad arte nel mondo dell’informazione, ha preso nel mirino la Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova.
Nelle pagine del quotidiano è praticamente ogni giorno vittima di una vignetta satirica che la schernisce per le sue forme fisiche, esattamente come negli anni di Berlusconi veniva fatto con l’On. Brunetta.
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Scontro tra Iv e Fatto Quotidiano, il giornale di Travaglio umilia la politica. Vignetta su Teresa Bellanova
Il giornale di Marco Travaglio ha pubblicato in prima pagina un disegno di Mannelli con protagonista la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, spina nel fianco del premier Giuseppe Conte nel braccio di ferro all’interno del governo su Recovery fund. «Una squallida vignetta», una «becera macchietta», una «medaglia al valore» al contrario. Non si risparmiano sui social gli esponenti di Italia viva per criticare la vignetta in cui la ministra di Iv nel famoso abito ’plissettato’ usato al Quirinale e il commento «bellaroba». «Forse pensando di ridicolizzarla con una vignetta, la prima pagina del Fatto ritrae Teresa Bellanova con l’abito del giuramento. Nel merito il tweet di Laura Garavini la senatrice di Iv: «La #satira dovrebbe ironizzare sull’aspetto politico. Quando se la prende con l’aspetto fisico, evidentemente non ha nulla di concreto da obiettare. Grave che siano sempre le donne le vittime di questo atteggiamento».