Paradossi tutti italiani, migliaia di medici fuori dalle scuole di specializzazione a causa dell’imbuto formativo ma iperpagati per fare i call center del covid.
In Italia succedono queste cose. La sanità ha pochissimi finanziamenti, i medici specialisti scarseggiano e il turnover ormai da anni è bloccato. Formiamo dei medici generalisti, a cui finalmente è stata concessa la laurea abilitante ma non li vogliamo nelle corsie per formarsi. Il motivo è che il ministero non ha abbastanza fondi per coprire le borse di specializzazione, ma riesce in emergenza a erogare pagamenti anche fino a 40€/h per il triage telefonico e per i tamponi. Forse si arriverà a 60€/h per chi farà i vaccini.
Fin qui potrebbe essere tutto giusto, è una categoria che si arricchisce. E non lo hanno deciso nemmeno loro, quindi verrebbe da prendersela con il governo e basta. Ma poi subentrano le discriminazioni interne, così da creare degli scontenti interni. Infatti i medicini senza alcun contratto di formazione possono usufruire dei suddetti lauti pagamenti.
Bastano 20 ore settimanale per un mese ed ecco ben 3200€. Per i medici in formazione invece non è possibile cumulare altri introiti, rimanendo di fatto a quella che è la borsa di studio nazionale di 1600 al netto. Iper paghiamo dei ragazzi alle prime armi, ma non abbiamo a cura la loro formazione. Non sono stati erogati fondi per ampliare le borse di studio, creando come inevitabile effetto il caro e vecchio giorno della marmotta. Finiti questi mesi, speriamo presto, i giovani medici torneranno a studiare, con qualche soldo di più in tasca e delle nuvole sempre più buie all’orizzonte.
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Intanto con 643mila dosi somministrate finora, l’Italia è il primo Paese europeo per numero di iniezioni del vaccino anti Covid. Superata la Germania sia in numeri assoluti che in rapporto agli abitanti. Lo scatto è avvenuto nelle scorse ore: come riporta il Robert Koch Institute, alla mezzanotte del 10 gennaio Berlino ha raggiunto quota 613.347 vaccinati (+28mila in un giorno), pari a 0,73 dosi ogni 100 persone. Nello stesso momento Roma è arrivata a 643.219, con tasso di 1,06 iniezioni ogni cento abitanti. Un distacco destinato a crescere anche oggi qualora il ritmo di vaccinazioni quotidiane dovesse rimanere invariato. A livello mondiale l’Italia ora è settima per numero totale di somministrazioni dietro a Cina, Stati Uniti, Israele, Regno Unito, Emirati arabi e Russia.
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