Le proteste in ogni parte d’Italia. Studenti e genitori sono stanchi della condizione attuale della nostra scuola.
Le scuole non riaprono, o meglio, riaprono a singhiozzo, una prima parte dedicata alle scuole primarie e poi via via tutto il resto. Le superiori quasi ovunque restano chiuse, in didattica a distanza, in alcuni casi, tipo il Veneto, fino al prossimo 31 gennaio. A questo punto, spontanea, naturale più di ogni altra reazione, è scattata la protesta degli studenti, accompagnati, questa volta anche dagli stessi genitori. In piazza, praticamente in ogni parte d’Italia, a protestare insieme.
Tra le manifestazioni più rilevanti, certamente quella di Milano, Piazza Duomo, dove insieme, figli e genitori, hanno chiesto la riapertura delle scuole ed il ritorno immediato a quella normalità alla quale tutti sono abituati. Il ritorno in presenza, come unica modalità scolastica valida. La didattica a distanza ha stancato, lo dicono gli studenti, e lo dicono anche i propri genitori, che in ogni caso, assistono a questa forma di apprendimento scolastico.
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Studenti e genitori in piazza: dimenticati a distanza
Uno degli slogan più efficaci visti in piazza, un grande cartello con la scritta Dad, dimenticati a distanza. Testimonianza pratica di ciò che vuol dire, ormai, per studenti e genitori questa formula scolastica. Stanchi della didattica a distanza, stanchi di essere dimenticati, stanchi anche di un consiglio regionale che non ha fatto abbastanza per assicurare il diritto alla scuola di tutti, Milano, in questo caso, non accetta scuse ed incompetenze.
“La scuola viene sempre lasciata all’ultimo posto – urla al megafono una studentessa- e noi alunni paghiamo il prezzo di una classe politica inadempiente che ci governa”. “Le scuole sono organizzate – grida un’altra ragazza -, Milano è organizzata. Non ci sono più scuse. Siamo quasi a un anno dalla chiusura e non c’è alcun dato scientifico per giustificare questa situazione“.