Il mondo della scuola regna nella più sovrana e totale anarchia. O meglio, così è successo nel sempre conflittuale rapporto tra stati e regioni.
Le scuole dell’infanzia, elementari e medie – con pochissime eccezioni – sono ripartite stamani in presenza dopo la pausa natalizia per un totale di 5 milioni di studenti.
Tuttavia di fronte agli istituti superiori che aderiscono alla mobilitazione indetta dal comitato Priorità alla scuola in tutta Italia si tengono presidi e lezioni in Dad per chiedere l’apertura di tutte le scuole in presenza e in sicurezza.
Il Comitato chiede lo screening sanitario completo della comunità scolastica (docenti, Ata, studenti) e l’inserimento come categoria prioritaria del personale scolastico ad alto rischio nella fase 1 dell’agenda vaccinale.
E si. Sarebbe logico partire dagli utenti dei luoghi pubblici nella campagna vaccinale, così da permettere a tutti di poter ricominciare ad offire i servizi di cui abbiamo davvero bisogno. E socialmente, sia economicamente.
Resta posticipato all’11 gennaio il rientro in classe per gli studenti delle superiori. “Si è deciso il rinvio per verificare i dati sul monitoraggio regionale di venerdì. Le regioni hanno la possibilità di cambiare data di ritorno. Ne hanno competenza”, ha spiegato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Ma, come anticipato, sono diverse le Regioni che hanno deciso di rivedere il calendario scolastico e posticipare la riapertura delle scuole superiori.
Ed ecco l’anarchia delle regioni. Il Friuli Venezia Giulia e il Veneto hanno stabilito che gli studenti delle superiori torneranno in presenza al 50% solo a partire dal 1° febbraio. Anche nelle Marche la didattica a distanza proseguirà al 100% fino a fine gennaio. In Campania, invece, si è deciso che l’11 gennaio le scuole riapriranno agli alunni dell’infanzia e di prima e seconda elementare; il 18 gennaio, poi, si valuterà la possibilità di tornare in presenza anche per tutte le altre classi delle elementari; il 25 gennaio, infine, dovrebbero tornare anche gli studenti della secondaria di primo e secondo grado. Il Piemonte ha posticipato al 18 gennaio il rientro in presenza, sempre al 50%, delle scuole superiori. Infine, il Molise ha deciso che il 18 gennaio rientreranno in presenza elementari e medie, lasciando però ai sindaci la possibilità di proseguire o meno la didattica a distanza, a seconda dei contagi.
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