La guerra fredda tra Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, e Matteo Renzi, leader di IV, continua. Il post della Befana in cui il premier annunciava la volontà di incontro con tutti gli alleati di governo, ha fatto sorridere Matteo Renzi.
Nonostante questo scontro possa concludersi o con una vittoria politica del Presidente, che a quel punto avrebbe avuto la meglio su tutti i suoi avversari politici. O con una vittoria del senatore di Rignano, e dunque con un nuovo esecutivo che vedrebbe Conte e Casalino lontani da Chigi.
Dopo il post di ieri, tornando ai fatti, il leader di Italia Viva è convinto di aver segnato un punto importante, sul Recovery plan come sul “rafforzamento” della squadra di Governo, diventato “imprescindibile” nelle parole del premier, ma invita le truppe a tenere alta la guardia. “Il post va nella direzione delle cose che abbiamo chiesto sul Recovery, ma attendiamo di leggere le carte. La politica parla per documenti, per atti e non per post”, è la linea. Dopo lo stallo degli ultimi giorni, però, dei piccoli segnali di disgelo ci sono. Sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, è il ragionamento, si potrebbe riaprire la trattativa complessiva. Partire dai contenuti del Recovery, per arrivare poi ad affrontare in modo concreto il tema del ‘rimpastone’, la cui necessità è stata messa per la prima volta nero su bianco dal premier.
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Se davvero questa fosse la strategia, potrebbero anche allungarsi i tempi per arrivare al Consiglio dei ministri. Le delegazioni hanno già iniziato un secondo giro di incontri con Roberto Gualtieri. Oggi è toccato a Pd e M5S e domani toccherà agli altri. I Dem si dicono “soddisfatti” della nuova bozza: giusto dare più peso agli investimenti rispetto ai bonus e bene i fondi in più per la sanità. Quanto al premier, al Nazareno apprezzano che, dopo le parole di Nicola Zingaretti, Conte abbia preso in mano l’iniziativa e ora si attende l’evoluzione degli eventi. Anche il M5S definisce “migliorato” il Pnrr e rivendica le indicazioni accolte, anche se non mancano le “preoccupazioni” per un “movimento troppo schiacciato su Conte” che sul Recovery “ha lasciato fare tutto al Pd con Gualtieri, Amendola e Provenzano”.
In attesa degli incontri di oggi con le compagini più piccole della maggioranza, LeU e Iv, il Premier sembra aver comunque scelto la via del compromesso. Resta da capire se non si sia arrivati a più miti Consigli troppo tardi.
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