Ancora una rapina, ancora uno scooter sottratto, ancora la violenza ostentata stavolta due contro uno. Tanta la paura.
Ancora una rapina ad un rider, ancora un’aggressione a chi non fa altro che il suo mestiere, ancora a Napoli, come se non fosse bastata la vetrina di pochi giorni fa, quando un altro rider e fu picchiato e privato del proprio scooter, poi ritrovato, in zona Calata Capodichino. Stavolta succede a Fuorigrotta, quartiere occidentale della città partenopea, via Terracina, una delle arterie, si potrebbe dire di quella zona di Napoli.
Succede che in due, si avvicinano ad un rider, intento a trasportare cibo ai vari clienti, o magari in quel caso a dirigersi verso uno dei punti ristoro per il quale fa consegne, ma poco importo. I due sono armati, inizia una colluttazione, la solita aggressione condita dalla minaccia all’arma puntata. Ma il ragazzo, un 33enne, oppone resistenza, non vuole consegnare il suo unico mezzo di sostentamento, in quel momento. Lo colpiscono con il calcio della pistola ed allora il giovane si arrende e i due possono darsi alla macchia con l’ambito trofeo, lo scooter di chi lavora onestamente.
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Rapinato ed aggredito: la strada del furto è sprovvista d telecamere di sorveglianza
Niente telecamere in quel punto, niente telecamere in quella zona, potenzialmente potrebbe essere impossibile rintracciare i malviventi, anche se non è detta l’ultima parola, e magari come nel caso della prima rapina, il ritorno mediatico della vicenda potrebbe spingere i rapinatori a creare le condizioni affinchè il mezzo di trasporto possa essere ritrovato. Ma queste sono soltanto ottimistiche ipotesi, la realtà purtroppo è ben diversa.
La realtà impone ai criminali di sopraffare chi non è armato, chi è più debole. Impone loro, magari immaginando di trovarsi nel giusto, considerandosi quasi vittime del sistema, di privare un uomo del mezzo che gli consente di avere ancora un lavoro. Impone loro di rovinare vite, di rovinare città, di rovinarsi la vita, immaginando di fare grandi cose.