Due straordinari calciatori, il primo, talento assoluto, il migliore nella storia del calcio mondiale, il secondo fine bomber.
25 novembre. Muore all’età di 60 anni, Diego Armando Maradona. Il più grande calciatore della storia del calcio, la mano de Dios, il ribelle, eccentrico, generoso, fragile campione, metà uomo e metà Dio, metà angelo e metà diavolo. Una vita sempre al massimo, dall’infanzia poverissima in Argentina, fino ai primi successi con un pallone attaccato al piede, ovviamente quello sinistro.
Gli inizi, la consacrazione al Boca Juniors, la squadra della sua vita, e poi l’esperienza infelice a Barcellona, e poi Napoli, il suo contesto ideale, la sua gioia, i suoi dolori. Gli scudetti e le coppe vinte. In mezzo, la coppa del mondo, in Messico, il gol di mano e quello più bello della storia del calcio, agli odiati inglesi. Ancora Napoli, la positività alla cocaina, la squalifica ed il risorgere graduale dalle ceneri, fino al mondiale americano del 1994.
Gol, spettacolo ed ancora una squalifica per doping. Gli ultimi anni, l’addio al calcio, e poi le condizioni di salute che gradualmente peggioravano. Le cure a Cuba, l’amicizia speciale con Fidel Castro ed i leader politici sudamericani di quegli anni, contro lo strapotere americano. La guida tecnica della nazionale argentina, forse la sua ultima grande parentesi nel mondo del calcio. Poi piccoli incarichi, in giro per il mondo, il ritorno in patria, i sessant’anni festeggiati poco prima di morire, e poi quel tremendo, indimenticabile ultimo giorno.
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9 dicembre. Muore all’età di 64 anni, dopo una lunga malattia, Paolo Rossi, indimenticabile eroe dei mondiali di calcio spagnoli nel 1982. I suoi gol, condussero la nazionale italiana alla vittoria finale. Quei gol arrivati contro lo scetticismo generale, di chi nemmeno l’avrebbe voluto in nazionale per quella competizione. La squalifica per illecito sportivo per la storia del calcioscommesse, e quella pena terminata proprio a ridosso delle convocazioni. Ma Bearzot lo volle in squadra a tutti i costi, ed il resto è storia. La cavalcata del suo straordinario Vicenza, la favola del Perugia, ed i trofei alzati con la Juventus. Una pagina, indimenticabile della storia del calcio italiano.
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