Anche sul campo di calcio non nasconde il suo disagio: il dramma di Gattuso

Il tecnico del Napoli a fine gara, racconta della sua malattia, e di un processo mentale che anche i giovani devono comprendere.

Gattuso
Gattuso (Facebook)

La gara è appena terminata, la sua squadra, quella che allena da ormai un anno, ha appena pareggiato con il Torino, all’ultimo secondo, grazie ad un colpo di genio di Lorenzo Insigne. Rino Gattuso, campione del mondo, atleta pluridecorato ed allenatore dal grande spirito e dalla grande umiltà, si presenta davanti alle telecamere, per le consuete interviste de post partita. Ma non è di calcio che vuole parlare Rino, o almeno non solo. Il suo volto è provato dal dramma.

Da qualche settimana, gli occhiali coperti all’occhio destro, fanno parte ormai della sua immagine. E’ provato Gattuso, stanco per lo stress della gara, e stanco per quel disturbo che da anni ormai lo tiene sotto scacco, anche se , per per fortuna, si è manifestato soltanto in pochissime occasioni. Parla di calcio, per i primi minuti: “Siamo arrivati scarichi, stanchi, giocatori che ci mancano, anche Lozano oggi. Si poteva fare di più ma teniamoci stretti questo punto”.

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Anche sul campo di calcio non nasconde il suo disagio: “Non sono stato me stesso”

Racconta dei disagi degli ultimi tempi Gattuso, e di quanto la sua malattia, la miastenia oculare, possa aver influito sulla sua squadra. “Anche io non sono stato me stesso in queste ultime settimane. Credo che i ragazzi hanno anche sofferto per questo. E voglio fare un appello, a tutti quei ragazzini che non si vedono belli. La vita è bella e bisogna affrontarla senza paura, non bisogna nascondersi”.

Poi l’umiltà del grande campione e l’ironia finale: “Se non sono arrivati dei risultati negativi è anche colpa mia. Tranquilli che non muoio. Io ho una malattia auto-immune, si chiama miastenia, e per la terza volta in dieci anni che mi è presa questa malattia. L’occhio andrà al suo posto e sarò più bello il più presto possibile”.

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