Il virologo che ha fatto parlare di se per il lavoro svolto in Veneto, parla di ciò che potrebbe essere della scuola.
Altro tema fondamentale per la ripartenza del paese, una volta che le zone varie, rosse arancioni o gialle che sia, avranno lasciato il posto alla normalità è la scuola. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo ultimo intervento ne ha parlando ampiamente, per il prossimo 7 gennaio, dovrebbe esserci la ripartenza, dovranno crearsi quindi, quelle condizioni che consentano la riapertura di ogni struttura, in ogni regione del paese.
Non è dello stesso parere Andrea Crisanti, docente di virolgia e microbiologia all’Università di Padova, secondo l’esperto, infatti, al momento non si avrebbe certezza della sicurezza dello stare a scuola per farla breve. Una condizione che molti danno per scontata, una situazione che non sarà certo di facile applicazione. Una dinamica, secondo Crisanti, ancora lontana dall’essere considerata immune da eventuali rischi e complicate ripercussioni.
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Questione scuola, il virologo Crisanti attacca: i problemi regione per regione
“Ancora oggi – spiega Andrea Crisanti – non sappiamo quanto le scuole contribuiscano alla trasmissione e questo penso sia inaccettabile. I dati non sono stati resi pubblici, non sono stati analizzati dalla comunità scientifica“. Parere che in un certo senso somiglia molto a quello condiviso da alcuni presidenti di regione, come Vincenzo De Luca, che dalla Campania, ha sempre manifestato dissenso rispetto alle decisioni nazionali in merito.
“Abbiamo il dogma che dentro la scuola non ci sia trasmissione ma non c’è nessuna prova a riguardo. Forse la cosa giusta da fare sarebbe aprire un distretto scolastico in una zona gialla, arancione e rossa e vedere cosa succede“. La conclusione del docente di virologia, che di certo farà discutere, nei prossimi giorni.