I boss indagati intascavano illegittimamente il reddito di cittadinanza, pur non avendone bisogno per sopravvivere.
I militari delle Fiamme gialle di Messina hanno denunciato 25 persone e sequestrato i 330mila euro complessivamente riscossi indebitamente dagli indagati. Secondo gli inquirenti Oltre 20 boss sono stati condannati definitivamente per mafia o loro familiari avrebbero illegittimamente intascato il reddito di cittadinanza.
I mafiosi indagati fanno parte dei clan di maggiore peso di Messina e provincia come Santapaola-Romeo, Sparacio, Spartà, Galli, Batanesi-Bontempo Scavo, De Luca, Mangialupi, Camaro, Tortoriciani, Ventura, Ferrante e Cintorino.
I mafiosi finiti nel mirino della Finanza avevano riportato condanne per estorsione, usura, traffico di sostanze stupefacenti, voto di scambio, maltrattamento e organizzazione di competizioni non autorizzate di animali.
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Messina, boss mafiosi percepivano il reddito di cittadinanza insieme alle famiglie
il reddito di cittadinanza viene riconosciuto ai nuclei familiari in difficoltà in possesso di una serie di requisiti: cittadinanza italiana, o di paesi della Ue, o con permesso di soggiorno di lungo periodo. È necessaria la residenza in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.
Per il patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non si devono superare i 30mila euro; il patrimonio finanziario non deve essere superiore a 6mila euro (incrementato in base al numero di componenti e in presenza di persone disabili) che può arrivare fino a 20mila euro per le famiglie con persone disabili.
Per accedere al reddito di cittadinanza è previsto il rispetto di alcuni requisiti economico-patrimoniali da parte del nucleo familiare: Isee sotto un determinato valore, patrimonio mobiliare e immobiliarie limitato, divieto di possedere alcuni beni e un reddito familiare inferiore a 6mila euro per un nucleo composto da un single e comunque non superiore a 12.600 euro per i nuclei con più componenti.